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Il ricambio è necessario. E i nodi dei vari partiti

Il limite ai mandati consecutivi non è una punizione per chi governa, ma una garanzia per tutti

Il ricambio è necessario. E i nodi dei vari partiti

La sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge elettorale campana che avrebbe consentito il terzo mandato all'attuale presidente apre una riflessione sul rapporto tra potere, tempo e democrazia. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: il ricambio nella guida delle istituzioni non è un atto formale, ma un’esigenza fisiologica del sistema democratico.

Il limite ai mandati consecutivi (due e non più di due) non è una punizione per chi governa, ma una garanzia per tutti: per chi si candida e per chi elegge. È il tempo che impone il passo, che misura la durata legittima di un’autorevolezza. E quando quel tempo si compie, la democrazia chiede il conto. Perciò lo scenario che dovrà aprirsi, in Campania, come in Veneto, è quello di una nuova stagione politica. Le figure uscenti, con tutto il loro peso e la loro impronta, lasceranno il campo e la sfida sarà duplice: da un lato costruire leadership credibili; dall’altro conquistare la fiducia dei cittadini, offrendo visioni nuove e aggredendo davvero i problemi, senza cadere nella facile retorica dell’anti-sistema.

Si dovrà partire, dunque, da scelte politiche coraggiose: affrontare la crisi della sanità pubblica, ridurre le diseguaglianze territoriali e sociali, investire seriamente in istruzione, lavoro e ambiente. Ed è proprio qui che il quadro si fa più complesso. Perché se la Costituzione tutela il ricambio, i partiti faticano ad accompagnarlo davvero. Troppo spesso il rinnovamento si esaurisce in una sostituzione di nomi, mentre restano intatti i meccanismi di cooptazione, gli equilibri interni, le logiche di auto-conservazione.

È anche per questo che milioni di persone hanno smesso di votare: non perché disinteressate alla cosa pubblica, ma perché si sono convinte che alla fine nulla davvero possa cambiare. Se il limite al terzo mandato è un invito al rinnovamento è altrettanto vero che senza una cultura del cambiamento nei partiti questo vincolo rischia di diventare un’occasione mancata. La democrazia, dopotutto, non è il potere che si conserva, è il potere che si restituisce. E oggi, più che mai, c’è bisogno che qualcuno sia davvero disposto a farlo.

*vicepresidente del consiglio comunale di Napoli

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