Tutte le novità
L'opinione
14 Aprile 2025 - 08:50
Il governo italiano è impegnato nel definire contromisure efficaci per fronteggiare le decisioni del presidente Trump, che con l’introduzione dei nuovi dazi ha messo a rischio circa il 10% delle entrate derivanti dalle esportazioni nazionali.
Dal 2 aprile sono infatti entrate in vigore le misure protezionistiche annunciate dal nuovo inquilino della Casa Bianca, che ha motivato la scelta come risposta allo sfruttamento dell’economia americana, imponendo tariffe fino al 25% su alluminio, acciaio, ferro e numerosi altri prodotti.
A essere colpiti sono settori strategici come il vinicolo, l’automotive, l’agroalimentare e i marchi del lusso italiani, molto richiesti oltreoceano. Il governo Meloni ha quindi istituito una task force per valutare le priorità e predisporre interventi concreti a tutela delle imprese coinvolte. Le guerre commerciali, come noto, non favoriscono nessuno, e l’esecutivo – dopo un confronto con imprenditori e operatori – intende varare misure specifiche per contenere gli effetti già avvertiti.
L’impatto dei dazi potrebbe diventare ancor più pesante, con gravi ripercussioni su occupazione ed economia. L’unica strada percorribile resta il dialogo, anche se la Commissione europea ha già annunciato un pacchetto di contromisure, giudicando le iniziative americane gravemente lesive del commercio internazionale.
Dal 1° aprile, infatti, l’UE ha riattivato le sanzioni sospese in precedenza, decise contro la prima amministrazione Trump, e dal 15 aprile 2025 entreranno in vigore nuove misure previste dal Regolamento UE n. 654/2014, che interesseranno diversi beni statunitensi: plastica, legno, abbigliamento, metallurgia, macchinari, elettrodomestici e arredo. In questo scenario, i professionisti del settore (avvocati, commercialisti, consulenti) saranno fondamentali per aiutare le imprese a ripensare le strategie di export, minimizzando l’impatto economico, che dovrà gravare sullo Stato, non sui singoli.
In ambito automotive, si ipotizza la sospensione temporanea di norme ambientali previste dal Green Deal, come possibile risposta governativa. Serve però una strategia comune, basata su un dialogo costruttivo, visto il peso delle esportazioni nella nostra economia. Senza risposte adeguate, molti comparti produttivi rischiano una pesante recessione.
In questo contesto, la clausola di salvaguardia prevista dal Patto di stabilità può consentire agli Stati, come l’Italia, di derogare temporaneamente alle regole europee e intervenire direttamente, come indicato dalla direttiva 2024/1263, tenendo conto dei vincoli di bilancio. Travolti da continue emergenze, gli italiani pagano le scelte politiche passate e presenti: serve ora evitare ulteriori danni, agendo con equilibrio e responsabilità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo