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LETTERA AL DIRETTORE

De Luca out, ma al Nord i consiglieri si moltiplicano

Dopo il “no” a De Luca, si sono aperti tutti i possibili, ed anche impossibili giochi politici

De Luca out, ma al Nord i consiglieri si moltiplicano

Gentile Direttore, la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della legge elettorale regionale, che faceva decorrere il divieto del terzo mandato per il Presidente della Regione dal momento dell’entrata in vigore della legge regionale e non quella nazionale, di fatto ha tolto la possibilità al Presidente attuale Vincenzo De Luca di ricandidarsi per il terzo mandato. Ribadisco che sono molto perplesso su questa decisione della Suprema Corte, perché ho sempre ritenuto, e più volte espresso attraverso le colonne di questo giornale, che la legge elettorale regionale abbia la preminenza su quella nazionale, perché ogni Regione adotta una sua legge, così come previsto dall’art.122 della nostra Costituzione. Ultronea, poi, appare anche la motivazione espressa oralmente da un componente l’Alta Corte, quando ha chiarito che la Corte si è espressa solo per le Regioni a statuto ordinario, non anche per quelle a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta , Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia), potendo, queste fare come vogliono, in omaggio al principio “la legge è uguale per tutti…”. Credo sia il caso anche di evidenziale che le due Regioni del Nord-Est d’Italia godono di un trattamento fiscale molto più vantaggioso rispetto alle Regioni a Statuto Normale, e, perla delle perle, hanno un numero di consiglieri regionali ben più numerosi dei nostri: la Campania ha 50 consiglieri regionali più il presidente, con circa 6 milioni di abitanti, mentre il Friuli ne ha 47, più il presidente con circa 2 milioni di abitanti, e, udite, il Trentino Alto Adige 70 consiglieri regionali con 600.000 abitanti (la città di Palermo, per intenderci). Alla faccia dei “meridionali scrocconi”. Tornando alla nostra realtà, dopo il “no” a De Luca, si sono aperti tutti i possibili, ed anche impossibili giochi politici; molti si sentono in grado di poter sostituire il nostro Governatore, a prescindere; altri fanno nomi improbabili; altri ricorrono al vecchio “teatrino” di alleanze spurie, buone solo per vincere eventualmente le elezioni, ma a litigare già il giorno dopo la vittoria elettorale, per l’oggettiva divergenza tra eterogenee visioni politiche (il caso della cosiddetta “maggioranza larga“ tra Pd e 5Stelle, con la benedizione anche dei Verdi e della sinistra estrema, è  emblematico, visto che gli ex grillini non hanno nemmeno un punto in comune con il Pd nazionale, sia in termini di politica estera, sia in termini di politica locale, leggendo le loro posizioni sull’estremismo della cosiddetta “politica del verde”). Altrettanto accade nel centrodestra, dove sono evidenti le spaccature, soprattutto a livello nazionale, specie tra Forza Italia e Lega. Eppure, si mettono in campo nomi sia di cariche partitiche già acquisite, sia ricorrendo al solito, stanco e stantio termine della “società civile”. Che, poi, si vada a pescare nel mondo universitario, della magistratura, o dell’imprenditoria, vorrei capire dove diverge il vocabolo “politico“, visto che già Aristotele considerava l’essere umano come “animal politicus”, intendendo la vecchia accezione di “politicus”, come “socialis”, portato, cioè, a socializzare con i propri simili. Oggi, però, in cui fare politica viene inteso in pratica un altro modus operandi, cioè una vera e propria professione, e non l’antica, nobile funzione di essere un “rappresentante del popolo”, come anello di congiunzione tra le istituzioni pubbliche e la società stessa, la “società civile” si riduce al semplice termine di chi non ha fatto politica per mestiere. Non è un azzardo, infatti, pensare che la carica elettiva viene intesa come un “posto di lavoro”, ben retribuito e che comporta il solo onere di “essere disturbati“ dai soliti “petentes”. Oggi i vecchi politici della Prima Repubblica, così vituperati all’epoca della stagione di “Mani Pulite”, che con occhi strabici guardava solo da una parte, spazzò via un’intera generazione di politici che aveva alle spalle esperienze e studi approfonditi, in modo da presentarsi nelle aule legislative preparati e non “a rimorchio” del “capetto” di turno, sono stati riabilitati non solo dalla storia, ma soprattutto dalla mediocrità della classe politica attuale, fino al punto che un grande politico come Craxi, condannato “in contumacia”, o “latitante”, come ebbe a dire un rappresentante del giustizialismo unidirezionale di allora, oggi è osannato, fino ad essere omaggiato sulla sua tomba ad Hammamet in Tunisia dalla seconda carica dello Stato il 18 gennaio di quest’anno. Servirebbe, perciò, tanta prudenza e vero spirito imparziale per proporre candidati a “gogò” per la più alta carica di una regione grande quanto il Belgio. I giudizi affrettati sulle persone e i ruoli esercitati possono essere smentiti nel tempo. E la nostra classe dirigente politica attuale nella maggioranza dei casi sembra veramente la fotocopia della vecchia trasmissione televisiva “dilettanti allo sbaraglio”. Auguri, comunque, di Buona Pasqua a Lei, ai suoi bravi redattori del glorioso “Roma”, ai lettori e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, come ci ha insegnato Cristo, immolatosi per la nostra Redenzione, che pure ancora dobbiamo meritare.

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