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Addio a Francesco

Quella liturgia spirituale e la riforma del linguaggio: una straordinaria eredità

La straordinaria eredità di Papa Bergoglio è la pianta topografica di un archivio spirituale unico, probabilmente irripetibile

Quella liturgia spirituale e la riforma del linguaggio: una straordinaria eredità

La straordinaria eredità di Papa Bergoglio è la pianta topografica di un archivio spirituale unico, probabilmente irripetibile. La sua solitaria supremazia, le sue stimmate di umiltà hanno trovato, all’intero del Vaticano, forti dissidi. Per la sua voglia di accostarsi agli ultimi, di elargire ai più poveri, iniziando, tra l’altro, a controllare anche le finanze della Chiesa, la destinazione dei fondi, le oscure trame che si muovevano dietro le sue spalle.

Affari che hanno improvvisamente messo a nudo i limiti di un impianto economico che si muoveva apparentemente in totale anarchia. Ma Bergoglio è stato anche il Papa della coabitazione, per la prima volta nella storia della Chiesa, secondo un copione assolutamente inedito nel mondo religioso. Ratzinger era stato il vertice dell’ortodossia, legato alla teologia più aderente alla storia cristiana. Le sue dimissioni spezzarono un equilibrio.

Il Vaticano si ritrovò, improvvisamente, con due Papi e con una leadership piovuta dalle Americhe, dall’Argentina, quel “Paese lontano, alla fine del mondo“ di cui parlò Bergoglio nel suo saluto inaugurale. E lui ha saputo convivere col suo passato in maniera armonica. Nonostante i suoi collaboratori più stretti non mostrassero, su questo versante, intima coerenza e condivisione.

Smuovendo le coscienze e gli anni della crisi, rompendo l’accerchiamento anche mediatico nel quale era piombato il Vaticano, costruendo un linguaggio semplice, diventando il Papa della gente, quotidianamente a contatto col popolo di Dio. Unico, autentico leader globale in un mondo frantumato in mille pezzi.

Di lui restano nella storia, tra gli altri, i fotogrammi del 27 marzo 2020, in pieno Covid, in Piazza San Pietro, quando sotto una pioggia fitta che spegneva anche i bracieri della devozione, in un silenzio spettrale, avanzava vestito dei paramenti sacri verso il Crocifisso Santo di San Marcello, inciso nella storia di Roma, pregando per tutti noi. Poi, le sue cento battaglie: la lotta contro i conflitti nel mondo, l’attenzione verso la povertà e l’emarginazione, la condanna verso la cultura dello scarto e degli anziani, l’ambiente come nutrimento dell’anima, la fratellanza universale.

Sarà sepolto, secondo le sue volontà, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, infrangendo l’antica tradizione legata ai sepolcri delle Grotte Vaticane. L’ultimo Papa che operò questa scelta fu Clemente IX nel lontano 1669. I suoi saranno funerali semplici, lontani da ogni ritualità, figli autentici della sua profonda umiltà liturgica.

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