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IL NOSTRO POSTO
23 Aprile 2025 - 08:58
È stata una Pasqua triste nel Nostro Posto, per una tragedia che ha profondamente scosso non solo la comunità stabiese e quella campana, ma l’intera Nazione, che si è ritrovata unita nel dolore e nel cordoglio per le vittime della Funivia del Faito. Saranno le indagini a chiarire ogni aspetto di questo dramma e a far emergere tutte le responsabilità del caso, sia sotto il profilo penale che amministrativo.
Resta però una certezza: non si è trattato di una sfortunata fatalità, né, tantomeno, di un evento inspiegabile o inimmaginabile, come pure mi è capitato di leggere in qualche dichiarazione riportata dagli organi di stampa. E sono tanti gli interrogativi e i dubbi che fin da subito - ancor prima che si delineasse con precisione il quadro dal pesantissimo bilancio - hanno caratterizzato questa vicenda, imponendo una doverosa riflessione su quanto è successo.

Il primo è sicuramente rappresentato dalle condizioni meteorologiche, in particolare dalle raffiche di vento che stavano sferzando la costa e l’intera area stabiese: una “emergenza” che, nelle ore precedenti il disastro, aveva fatto scattare lo stop - purtroppo solo temporaneo - del servizio della funivia gestita da Eav. È naturale allora domandarsi: l’allerta meteo diramata dalla Protezione civile della Campania su tutto il territorio regionale nella giornata in cui è avvenuta la tragedia è stata tenuta adeguatamente e scrupolosamente in considerazione, tanto più che parliamo di un impianto con le cabine sospese nel vuoto e quindi particolarmente esposto agli agenti atmosferici?
Evidentemente no, anche perché ci sono alcuni particolari che, alla luce di quanto avvenuto, adesso suonano “macabramente” come un appello all’attenzione rimasto inascoltato. L’allerta meteo di livello giallo, infatti, era valida dalle 14 di giovedì 17 aprile alle 8 del giorno successivo. La tragedia è avvenuta intorno alle 15 di giovedì: quindi proprio nella fascia oraria considerata dall’avviso. Senza contare che, nel testo pubblicato sul sito della Regione Campania, si legge della possibilità di grandine, fulmini e, appunto, di raffiche di vento.
Come mai non ci si è attenuti al protocollo che si adotta quando si verificano condizioni meteo del genere, quando basta un semplice acquazzone per far chiudere parchi, cimiteri, e in generale, per vietare l’accesso a spazi pubblici? Insomma, in base a quali criteri è stato autorizzato un servizio altamente delicato, considerate le condizioni meteo proibitive? Ma al di là di tutto, anche del “via libera” partito dal rilevatore del vento (su cui pure si concentrano le indagini), non sarebbe bastato un po’ di buon senso in più per evitare la tragedia?

Sì, il buon senso, quello che dovrebbe essere il primo fattore da tenere in considerazione, il primo valore da esercitare quando si prende una decisione. Altro aspetto da considerare in questa vicenda è quello relativo alla sicurezza: manutenzione, controlli e collaudi sull’impianto, specie quelli svolti durante il periodo di fermo invernale della funivia, sono stati effettuati secondo tutti i crismi? Il cavo di trazione, quello che si è spezzato, è stato sottoposto a tutte le analisi necessarie a decretarne l’idoneità? Ancora.
Sempre secondo le prime ipotesi, dopo il guasto alla “fune” traente, il freno di emergenza della cabina a monte non si sarebbe attivato. Anche questo è un nodo da sciogliere, forse il principale, per cominciare a orientarsi e a imboccare il percorso giusto verso la verità. Per arrivare alla quale, ognuno in base al suo ruolo e alla sua funzione, deve attivarsi immediatamente. Confidiamo nella preziosa opera di magistratura e investigatori perché si individuino al più presto le cause e i responsabili del disastro.
Allo stesso tempo, però, bisogna fare chiarezza anche su un altro aspetto, quello delle modalità di organizzazione e gestione dell’impianto stabiese e, in generale, sull’attività della società di trasporto pubblico regionale Eav che negli ultimi dieci anni certo non ha dato prova di efficienza rispetto a un servizio fondamentale da garantire, in assoluta sicurezza, a cittadini, pendolari, turisti.
È per questo che, fin dal verificarsi dei drammatici fatti della funivia del Faito, il gruppo consiliare della Lega ha invocato l’apertura di una Commissione di inchiesta amministrativa. Anzi, lo ribadisco qui: non ci fermeremo fino a quando la nostra richiesta non sarà accolta. Lo dobbiamo alle vittime, ai loro familiari, alla nostra terra e alla nostra comunità che, ancora una volta, è stata proiettata al centro della scena mondiale per un caso drammatico.

E, dopo il doveroso periodo di silenzio che sempre bisogna osservare quando avviene una tragedia, ci aspettiamo che, davanti a fatti così tragici, la Regione e con essa i vertici di Eav contribuiscano realmente ed efficacemente a stabilire come siano andate le cose, evitando di scaricare responsabilità, evitando difese a oltranza dell’indifendibile. E invitiamo il presidente De Luca, ormai agli sgoccioli del suo ultimo mandato, a risparmiarci ulteriori auto celebrazioni in diretta social, raccontando di efficienza, successi, primati che nessuno ha visto, tranne lui e il suo “cerchio magico”.
I campani sono stanchi di show e di “favolette”, soprattutto in un momento delicato come questo in cui, oltre al futuro del territorio stabiese, strategico e fondamentale per il turismo e l’economia della nostra regione, è in gioco il nome stesso della Campania, la sua reputazione, la sua immagine nel mondo. Ne siano consapevoli tutti gli attori coinvolti, direttamente e indirettamente, in questa drammatica vicenda e facciano la loro parte per aiutare a far emergere la verità e rendere giustizia alle vittime di una tragedia che doveva e poteva essere evitata. Noi, da parte nostra, continueremo nella costante attività ispettiva e di denuncia, senza fare sconti a nessuno.
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