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l'intervento
26 Aprile 2025 - 10:22
Il corpo di Papa Francesco è ancora in mezzo a noi mentre si continua a sparare e ad uccidere a Kiev e nella Striscia di Gaza. È la saga dell’ipocrisia: i più accaniti “adulatori” di Papa Francesco sono quelli che hanno “disobbedito” al suo insegnamento. Non farò esempi né nomi, la verità: il nostro Papa ha dato fastidio, ha messo ciascuno di fronte alla lettura autentica del Vangelo come fonte della nostra Fede e guida per i nostri comportamenti. In questi giorni tanti si sono sforzati a dare definizioni della sua personalità e del suo magistero.
Aggiungerò la mia, certamente modesta: è stato il Papa del Vangelo, solo del Vangelo. È bastato questo per farne un autentico “rivoluzionario”, “estraneo” a settori importanti della stessa Chiesa. Fin dall’inizio del suo Pontificato: la scelta originale e inaspettata del suo nome, riferito a San Francesco d’Assisi, già lasciava presagire come sarebbe stato il suo magistero. Quando scelse Santa Marta come sua dimora, creò qualche problema ai cardinali di Curia, che, incuranti del suo esempio, continuarono a vivere nei sontuosi appartamenti del Vaticano. Forse avrebbe fatto meglio a prenderne qualcuno per un orecchio e trasferirlo in appartamenti simili a Santa Marta.
Il suo esempio, la sua lettura del Vangelo sono stati “inefficaci" per lo più, perché non hanno spostato di una virgola i comportamenti consueti. Basti ricordare la politica sui migranti, quella economica, quella contro le diseguaglianze, quella per la pace, a cominciare dalla pace nelle famiglie, per non dire quella tenace contro le guerre, tutte le guerre, che uccidono le persone e arricchiscono i costruttori di armi. A chi ora immagina un futuro senza il bisogno delle armi per regolare i rapporti fra i popoli c’è la definizione sprezzante della Presidente del Consiglio che li definisce “hippie”.
Così l’indimenticato Sandro Pertini che invocava di “svuotare gli arsenali e riempire i granai” si trova in buona compagnia: tutti hippie, da Pertini a Papa Francesco fino a Gandhi. In questi giorni la personalità e il Magistero di Papa Francesco, sono stati scandagliati fin nelle pieghe più riposte e negli aspetti più reconditi. Credo che in maniera più sintetica ma non meno profonda si può ribadire che Francesco è stato veramente colui che ha indicato nel Vangelo, la stella polare della Fede. Quel Vangelo spesso dimenticato dagli stessi preti! Nelle omelie domenicali è difficile sentire parole ispirate all’insegnamento del Papa e dall’amore. Dio solo sa quanto ci sia bisogno di amore nel mondo, a partire dalla famiglia.
Ci ammonisce il Cristo, come riferisce San Matteo: “Se dunque presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna a offrirgli il tuo dono”. E così in troppi più che fare pace preferiscono andare dall’avvocato. Tutti ora lo piangono, anche quei Capi di Stato e di governo che lasciano morire migliaia di immigrati in mare senza pietà. Eppure il Cristo è chiaro: “Ero forestiero e mi avete accolto”. Ho avuto il privilegio di incontrare Papa Francesco con Anna e quattro nipoti il 27 dicembre del 2015 sull’altare di Pietro durante la Messa che concludeva il Sinodo della famiglia. Nel consegnare i doni mi sono sentito di dire al Papa: “Santità, La ringrazio per la testimonianza del Vangelo che dà alla Chiesa e a tutti noi”. E lui mentre stringeva la mano ad Anna paternamente annuì. È stato quell’incontro un dono prezioso per i nostri 50 anni di matrimonio e, per i ragazzi, un dono inestimabile.
Quando ho letto che Papa Francesco andava di persona ad acquistare i cd di musica classica, ho pensato di coinvolgerlo nelle iniziative per celebrare i 100 anni dalla morte di Enrico Caruso, che si era esibito anche al Teatro Colon di Buenos Aires, così nella mia qualità di presidente del Comitato nazionale per la celebrazione di Enrico Caruso ho pensato, insieme agli altri componenti, di chiedergli d'essere ricevuti in udienza. Nel giro di pochi giorni ci pervenne la risposta positiva. Così nel 17 maggio del 2023 tutto il Comitato fu ricevuto da Papa Francesco a margine dell’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro.
Un incontro cordialissimo e lungo, durante il quale gli illustrammo le iniziative che stavamo organizzando per celebrare il grande tenore e gli donammo un cofanetto con tutte le incisioni. Mi auguro che la voce di Caruso gli abbia fatto compagnia durante il tempo buio della sua malattia. Personalmente vivo nel ricordo di quegli incontri come un privilegio grande, che mi porto dentro. Oggi il mondo è più povero senza il suo esempio vivificante. Ed io mi sento più solo. Che la nuda terra gli sia lieve, che la sua testimonianza sia contagiosa!
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