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Conte “festeggia” la Champions e Aurelio chiede calma e gesso

Lo scudetto? No, grazie. Ancora non vogliono parlare di titolo l’allenatore e il presidente del Napoli

Conte “festeggia” la Champions e Aurelio chiede calma e gesso

Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis

Lo scudetto? No, grazie. Ancora non vogliono parlare di titolo l’allenatore e il presidente del Napoli. Mentre i calciatori sognano il grande traguardo, Conte e De Laurentiis cercano di non guardare troppo lontano per timore di qualche intoppo sulla strada per il titolo. Il tecnico salentino, infatti, nella conferenza post Torino ha voluto “festeggiare” la conquista della zona Champions. Era, infatti, questo l’obiettivo principale quando ha accettato sulla panchina azzurra.

Dopo il decimo posto della scorsa stagione già approdare tra le prime quattro sarebbe stato importantissimo. Da qui a pensare che si potesse addirittura concorrere per il titolo era impensabile. Certo, i partenopei sono stati primi per ben 17 volte prima del sorpasso di domenica sera all’Inter. Ma stare in vetta a quattro giornate dal termine è tutta altra cosa. Soprattutto se l’Inter vive un momento abbastanza difficile. Mai fidarsi di ciò che può succedere contro Lecce, Genoa, Parma e Cagliari ma mai come adesso tutto dipende dal Napoli.

I nerazzurri vorrebbero un regalo dalle prossime avversari dei partenopei ma hanno la distrazione della doppia sfida di Champions con il Barcellona che li può indebolire ancora di più. Don Antonio, comunque, è rimasto abbottonato. Niente proclami. Stesso dicasi per De Laurentiis. In vacanza alle Maldive, il patron, a sorpasso acquisito, si è limitato a scrivere poche parole su X: “Sangue freddo, calma e gesso”.

Niente esaltazione neanche dalla proprietà. Chi conosce Adl, però, sa che in cuor suo sta esultando come un tifoso sfegatato. Ha raggiunto un obiettivo economico non indifferente con la qualificazione in Champions League con quattro turni di anticipo. E addirittura può eguagliare come scudetti il caro Corrado Ferlaino.

Vincere un titolo a distanza di due anni dopo aver perso sia Osimhen che Kvaratskhelia sarebbe un’altra opera d’arte sotto tutti i punti di vista. Il merito maggiore, però, è stato quello di andare a prendere il migliore allenatore che c’era sulla piazza per rifarsi dal fallimento dello scorso torneo. Che forza Aurelio.

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