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CARTE DA VIAGGIO

La missione del Conclave in questo tempo sospeso

È il momento delle riunioni, delle congregazioni tra Cardinali che nemmeno si conoscono, tra uomini di Chiesa che arrivano da terre lontane

La missione del Conclave in questo tempo sospeso

Sono i giorni del tempo sospeso. Viviamo ancora la commozione, la storicità di queste giornate scandite da rituali dolorosi e solenni ed altri eventi ora ci attendono. Mentre il popolo di Francesco non si stanca di raccogliersi in preghiera a Santa Maria Maggiore, la Chiesa oltre le mura dove Bergoglio, umilmente, ha deciso di lasciare le sue spoglie terrene.

Nello stesso luogo dove è sepolto Gian Lorenzo Bernini e Clemente VIII Aldobrandini, colui che portò al rogo Giordano Bruno. È il momento delle riunioni, delle congregazioni tra Cardinali che nemmeno si conoscono, tra uomini di Chiesa che arrivano da terre lontane, in larga parte nominati da Papa Francesco ( 108 su 135 ) ma non per questo necessariamente sulla stessa linea del rinnovamento e della misericordia divina.

Gli italiani restano, stavolta, favoriti ma hanno un limite. Egoismi ed intrighi, secondo la tradizione, impediscono, al momento, di individuare un candidato unico tra Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, e Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana cui Bergoglio affidò il delicatissimo compito di guidare la missione diplomatica della Santa Sede per allentare le tensioni del conflitto in Ucraina.

Mentre salgono le quotazioni di Pierbattista Pizzaballa, il patriarca di Gerusalemme, il Cardinale che potrebbe rappresentare un punto di mediazione nella delegazione italiana. Dopo 48 anni, insomma, si avverte l’ esigenza che sul soglio di Pietro risalga un Papa italiano che sappia coniugare rinnovamento e tradizione con un tratto limpido e profetico. Ma nulla è da escludere in un Concilio costruito tra uomini che non si conoscono, in una Cappella Sistina dove dovrà necessariamente aleggiare forte l’equilibrio, il coraggio e la sapienza dello Spirito Santo.

In questo contesto, i favoriti, al momento, appaiono tanti. Tra gli altri, Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, Peter Erdo, primate d’Ungheria, Angel Fernandez Artime, Cardinale spagnolo, Luis Antonio Tagle, filippino, Pro Prefetto per l’evangelizzazione. Tutti orientati verso un unico magistero. Un uomo, un discepolo di Cristo che sappia ascoltare il pulsare dei tempi moderni, guardando oltre la vita perché la Croce non è l’ultima parola.

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