Tutte le novità
La riflessione
30 Aprile 2025 - 09:53
Papa Francesco nomina cardinale don Mimmo Battaglia
In un mondo perfetto, un po’ simile a quello che ci ha dischiuso Papa Francesco, il suo successore ideale ci sarebbe già. E dal 7 maggio siederà fra i 135 cardinali del Conclave. Don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha impresso alla Curia partenopea una svolta di semplicità, di vicinanza agli ultimi e di amore che oggi ci inducono a ricordare l’immensa lezione di umiltà lasciataci dal Pontefice amatissimo appena scomparso.
Un “prete di strada”, è stato don Mimmo, fin dai primi anni del sacerdozio, nella sua Catanzaro. «Durante la sua attività pastorale nell’arcidiocesi catanzarese si è interessato ai più deboli e agli emarginati, tanto da essere chiamato prete di strada». Questo ce lo dice già la sua biografia ufficiale.
Fino al 2016 ha guidato un istituto per il recupero dei tossicodipendenti, il “Centro Calabrese di Solidarietà”, oltre a presiedere la Fondazione Betania, un’opera di assistenza agli ultimi del territorio, fino a diventare il numero uno nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche. Tutto questo don Domenico Battaglia lo aveva già fatto prima di arrivare ad essere arcivescovo di Napoli, il nostro vescovo.
Nel 2020 è stato Papa Francesco a mandarlo nella nostra città, ad assegnare proprio a lui un compito così difficile in un contesto sociale fra i più disastrati d’Europa. Succedeva al cardinale Crescenzio Sepe, uomo della tradizione, che si era dimesso per raggiunti limiti d’età. L’investitura cardinalizia per don Mimmo arriva nel 2024. Poi a inizio di quest’anno, non certo per caso, Bergoglio lo avoca nel Dicastero per l’evangelizzazione, affidandogli la propalazione del Vangelo nei nuovi mondi. Quel Vangelo che sabato scorso sventolava sul suo sepolcro…
Lui, don Domenico Battaglia, il nostro Vescovo, è l’ultimo porporato in ordine di tempo creato da Papa Francesco. Ed anche questa coincidenza, forse, ci dice già qualcosa. Dure, quanto magnifiche, le parole del cardinale Battaglia alle esequie del Sommo Pontefice, pochi giorni fa.
«I potenti alle esequie del Papa come Erode con il Battista», ha dichiarato a Repubblica, aggiungendo: «C’è il rischio di beatificarlo a parole, per dimenticarlo nei fatti. Lui parlava chiaro, senza fare sconti, come fanno i profeti».
Il giorno di Pasqua, quando ancora non era piombata come un ciclone la notizia della morte di Franciscus, Battaglia dichiarava ai media vaticani: «In un tempo che sembra premiare chi alza di più la voce o rincorre il consenso facile, si può essere liberi nel Vangelo, una libertà che ha un prezzo ma è l'unica che rende umani». E, sulla strategia del riarmo in Europa: «Capisco le paure, le tensioni geopolitiche, ma non possiamo abituarci all’idea che la guerra sia inevitabile».
Infine, sul ruolo dei preti: «non sono funzionari né gestori; devono stare con la gente, sentire l'odore delle strade». Eccolo, il successore ideale di Papa Francesco. O, almeno, ce ne sarebbe abbastanza per tenere accesa, viva la luce di questa speranza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo