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Lavoro: un Piano regionale per il diritto al futuro

Alla vigilia del Primo Maggio, giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori, il pensiero corre a chi ogni giorno si impegna per assicurare un’esistenza dignitosa alla propria famiglia

Lavoro: un Piano regionale per il diritto al futuro

Alla vigilia del Primo Maggio, giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori, il pensiero corre a chi ogni giorno si impegna per assicurare un’esistenza dignitosa alla propria famiglia, a chi si adopera per costruire un futuro migliore per sé e per i suoi cari e contribuisce al bene e alla crescita della collettività, nel Nostro Posto come nell’intera Nazione.

Ma ancor di più deve andare a tutti coloro che il lavoro lo hanno perso e continuano a cercarlo senza sosta e a coloro che, ritrovandolo magari dopo un lungo e difficile periodo, lo difendono con determinazione e a costo di grandi sacrifici.

Prima di tutti, però, ritengo sia doveroso ricordare coloro che hanno perso la vita, il bene più prezioso, proprio sul posto di lavoro, vittima di incidenti, spesso evitabili, che, anche in Campania - pure in questi primi mesi del 2025 - continuano ad alimentare una strage strisciante e silenziosa che fa riflettere profondamente sull’importanza di garantire, sempre e comunque, il valore fondamentale della sicurezza.

E allora, guardando alla recente tragedia che ha sconvolto l’intera comunità campana, è più che mai doveroso rivolgere nuovamente una preghiera a Carmine Parlato, il macchinista deceduto nel crollo della funivia del Faito, unendoci però anche alla richiesta di giustizia e verità che, dal pulpito dei suoi funerali, ha invocato sua moglie Elvira, perché quel disastro non può essere liquidato come una fatalità.

È però inevitabile ragionare anche sullo stato dell’occupazione nella nostra regione. Numeri alla mano, emerge un’amara verità: ormai la Campania ha i livelli più bassi non solo d’Italia, ma d’Europa.

Secondo le ultime tabelle Eurostat, il nostro tasso di occupazione nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni si attesta appena al 45,4%, contro una media italiana del 62,2% ed europea del 70,8. Soprattutto, però, angoscia che, nella regione più giovane della Penisola (non per molto ancora, se le cose vanno avanti così), solo una persona su dieci, tra i 15 e i 24 anni, ha un lavoro regolare.

La situazione non migliora certo se si guarda all’occupazione femminile: lavora meno di una donna su tre! Ecco, sono questi dati a dare la più chiara delle risposte al perché continua a crescere il numero delle persone costrette a cercare altrove, in altre regioni d’Italia o all’estero, la possibilità di una vita migliore.

E questo esodo non risparmia certo i nostri laureati: anzi, la percentuale dei “cervelli in fuga” dalla Campania arriva al 39%. Con loro vanno via le nostre migliori energie e professionalità: insomma, proprio le risorse che più delle altre sono necessarie alla crescita economica, alla qualità e alla vitalità del tessuto sociale e culturale.

Personalmente sono stufo di chi si nasconde dietro il luogo comune del “tanto è sempre stato così”. È una scusa ed un alibi, e poco importa quanto possa essere vero. Perché conta molto di più impegnarsi, davvero e non ritualmente, per cambiare questo apatico e rassegnato modo di pensare.

Anzi, bisogna dire le cose con chiarezza per uscire dallo stato comatoso in cui, con spaventoso e costante immobilismo, anche sul versante delle politiche del lavoro, è stata precipitata la Campania dalla peggiore Amministrazione che la storia della nostra regione ricordi. Quello che importa, a me e ai tanti che vogliono voltar pagina, è agire, con impegno e volontà, per rinnovare, rilanciare, ripartire.

Questo è lo spirito col quale dobbiamo guardare alle politiche del lavoro: come ad un diritto. Un diritto la cui tutela è da sempre nel dna della Lega e che ora, grazie alla massima attenzione di Matteo Salvini per il Sud e i nostri territori, è diventata centrale nell’agenda di Governo.

La Campania ha tutte le potenzialità, le eccellenze, le carte in regola per tornare ad essere tra i motori principali dell’economia del Paese e adesso, ha anche la reale possibilità di farlo. Noi ne siamo consapevoli. Sappiamo che questo Esecutivo, con lo straordinario lavoro del sottosegretario Claudio Durigon, sta raggiungendo risultati senza precedenti.

A febbraio 2025 il numero di occupati in Italia è salito a 24 milioni e 332mila, numeri che mancavano da decenni! Non è frutto della casualità o della fortuna, ma del Governo dei fatti, di chi agisce con capacità, efficienza e visione. È il risultato di investimenti sulla formazione e sulle politiche attive per il lavoro, di strumenti capaci di sostenere l’incrocio tra domanda e offerta e intercettare le richieste del mercato, come la stabilizzazione delle misure per ridurre il costo del lavoro e la premialità per le imprese che effettuano nuove assunzioni.

Questa è la strada, unica e giusta, da continuare a percorrere. Tra pochi mesi la coniugheremo anche in Campania, alla guida della Regione, dando finalmente vita ad un grande Piano regionale per il lavoro e la formazione.

Dimostreremo con i fatti che ciò che è venuta totalmente a mancare negli ultimi dieci anni non è stata - l’insufficienza dei fondi da investire - come vorrebbero gli ipocriti altoparlanti del “sistema De Luca” - ma l’incapacità, l’immobilismo, la volontà di dare risposte a chi un lavoro vero, qui in Campania, non lo ha mai avuto, ma lo insegue come si insegue un miraggio.

Ripeto, le risorse economiche ci sono e sono molte. Abbiamo a disposizione, oltre ai fondi nazionali, quelli della programmazione europea 2021/2027, l’impiego dei quali darà la possibilità di strutturare un intervento organico, che coinvolga tutti gli attori - sia pubblici che privati - del nostro sistema produttivo, a partire dalle componenti sociali e delle imprese, fino ad arrivare alle scuole e alle università.

Al tempo stesso vogliamo avviare tutti gli interventi necessari anche per supportare le piccole e medie imprese, quelle che sono più esposte al rischio di licenziare i propri dipendenti perché, spesso, non riescono a far fronte ai costi insostenibili imposti da una burocrazia sempre più cieca.

E naturalmente agiremo per potenziare i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, perché la sicurezza è la base di ogni occupazione degna di questo nome ed è primo dovere delle Istituzioni garantirla. Siamo pronti: è l’impegno che prendiamo nell’accettare questa delicata sfida che vogliamo vincere, con un obiettivo preciso.

Anche in Campania il lavoro deve essere non solo un diritto fondamentale da difendere, ma anche un valore da assicurare, proprio perché è indispensabile alla dignità di ciascuno di noi. 

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