Cerca

LETTERA DAL PALAZZO

La Meloni non deve essere un gregario di Trump

È fuor di dubbio che la nostra presidente del Consiglio sia stata accolta a Washington per il recente incontro con il presidente americano con tutti gli onori

La Meloni non deve essere un gregario di Trump

Giorgia Meloni e Donald Trump

Indubbiamente Giorgia Meloni conoscerà il vecchio detto secondo cui “il pesce grande mangia il pesce piccolo”, vale a dire che tra due alleati, o presunti tali, alla fine è quello più forte a far dell’altro un solo boccone. La cosa assume connotati ancora più marcati se uno dei due alleati risponde al nome di Donald Trump che, nei fatti, in questa prima fase della sua presidenza degli Stati Uniti, ha chiaramente dimostrato di perseguire unicamente i suoi interessi senza tenere in alcun conto le necessità dei suoi alleati tradizionali.

È fuor di dubbio che la nostra presidente del Consiglio sia stata accolta a Washington per il recente incontro con il presidente americano con tutti gli onori, come una partner indispensabile degli Usa, così come è evidente vhe Trump preferisce trattare con lei piuttosto che con la Von der Leyen. Lo ha confermato nel suo viaggio in Italia per il funerale d Papa Francesco.

Ma la Meloni deve stare attenta perché trattando con Trump da sola ha fatto mostra di non lasciarsi condizionare dalle lusinghe del suo interlocutore avendo ben chiaro che in quel momento rappresentava non soltanto il nostro paese, ma l’intera Unione europea e che, in caso contrario, si sarebbe autocondannata al ruolo di gregario degli Stati Uniti. Bisogna dire che a Washington la nostra premier si è comportata perfettamente.

Sorge il problema che riguarda la nostra politica interna poiché, come è noto, il leader della Lega non gradisce che l’Italia operi in sintonia con l’Unione europea, così come l’Unione europea non gradisce la presenza di Salvini al governo di un Paese della comunità nella convinzione che possa remare contro. Finora la presidente del Consiglio si è abilmente destreggiata nell’evitare che la posizione di Salvini determini una rottura.

Ma la situazione è tale che è lecito domandarsi fino a quando la Meloni riuscirà a evitare che la coalizione di centrodestra non sia più in grado di resistere alle spinte contrapposte che esistono al suo interno. Basta ricordare per questo l’insofferenza di Antonio Tajani per gli atteggiamenti del suo omologo leghista.

Comunque, la Meloni è riuscita a tenere testa a tanti dei nostri partner europei anche se, parlando a nome della Ue, ha suscitato la gelosia di Ursula Von der Leyen per la quale Trump ha espressamente e in più di una occasione, lasciato intendere di non avere alcuna simpatia, preferendo, come abbiamo detto, dialogare con la premier italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori