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Carte da viaggio
06 Maggio 2025 - 09:24
Il mondo di voci, di intese, di solitudini va in onda da domani. Il Conclave è l’appuntamento con la Storia. Mai così denso di presenze, mai, probabilmente, così incerto e imprevedibile. I meccanismi, comunque, appaiono già sufficientemente chiari. Non ci sarà molto tempo da perdere.
Nell’era dei social tutto il mondo osserverà la Cappella Sistina con una lente d’ingrandimento. Ritardare l’elezione di un nuovo Pontefice sarebbe un pessimo messaggio. Nei primi due giorni, ognuno si farà avanti con i propri voti. Sarà difficile raggiungere gli 89 consensi.
Poi, progressivamente, i meno votati si ritireranno, indicando su chi trasferire le proprie schede. A meno che non spuntino candidati di seconda fila. E sarà il momento decisivo e solenne che indicherà l’erede di Papa Bergoglio. I tempi della logica prevedono tre, quattro giorni, non oltre.
Recuperando, probabilmente, la figura di un porporato di mediazione tra l’interventismo rivoluzionario di Francesco e la solidità teologica di Ratzinger. Un uomo moderno che sappia parlare al mondo, che ripristini la centralità del ruolo della Chiesa, che sappia riscattare tanti, opachi fotogrammi di questi anni. Lo scandalo del cardinale Becciu e delle finanze vaticane, l’opulenza di certi appartamenti cardinalizi, gli imbarazzi sulla pedofilia hanno costruito costanti ostacoli all’afflato pastorale di Bergoglio.
Lo confermano i bilanci della Chiesa, costantemente in negativo in questi anni. Meno 78 milioni di euro nel 2022, meno 83 nel 2023, meno 70 nel 2024. Si è tentato di tamponare la falla con tre tagli consecutivi agli stipendi dei cardinali. Tutto inutile.
Mentre le offerte dei fedeli al Papa (il cosiddetto Obolo di San Pietro) sono in rosso: 52 milioni di euro in entrata, 103 in uscita e il fondo pensione dei dipendenti del Vaticano appare una voragine da 750 milioni di euro. Numeri che richiedono svolte profonde.
In crescita le quotazioni di Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme e di Jean Marc Aveline, cardinale di Marsiglia. Stabili i favoritissimi Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e Luis Antonio Tagle, cardinale filippino di Manila.
E mentre Trump, con uno scherzo di cattivo gusto, sfrutta l’intelligenza artificiale per trasferire sui social la sua immagine di Papa e la Meloni compatta le sue truppe, invitando i suoi parlamentari a non esprimersi sul Conclave, ecco che i porporati stanno per pronunciare l’“extra omnes“, cercando ora ispirazione anche nel linguaggio del cuore.
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