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09 Maggio 2025 - 09:11
Papa Leone XIV
Bisognerà aspettare di conoscere le intenzioni e gli orientamenti del nuovo Papa americano Robert Francis Prevost per sapere se il Vaticano ha o meno la volontà di appoggiare la nascita, in Italia, di una nuova formazione politica di centro che voglia rilanciare i valori cattolici, come fu per la Democrazia cristiana. È comunque certo che, a differenza di quanto è accaduto in questi anni, dopo l’esplosione di tangentopoli, il Vaticano segue ora con maggior attenzione di quanto abbia fatto in passato le vicende della politica italiana. Le strade in questo contesto sono due. Con Papa Francesco sul soglio pontificio – e già circolavano addirittura i nomi dei possibili leader l’ipotesi che veniva considerata più attendibile era quella della nascita di un nuovo partito.
Probabilmente se Francesco fosse rimasto in vita, questo partito sarebbe già nato. Ora la strategia è duplice. Si tratta di vedere se con il nuovo Papa Leone XIV si continuerà a lavorare per un’autonoma formazione o se si sceglierà di inserire uomini di provata capacità e di sicura fiducia nei singoli partiti. Quel che è certo, comunque, come abbiamo detto è che il Vaticano si interesserà degli sviluppi politici del nostro Paese. È rimasto fortemente deluso, infatti, e il Vaticano è tra questi, chi credeva che il Pd avrebbe valorizzato gli esponenti provenienti dalla Democrazia cristiana. Non è stato così con una sola importante eccezione: quella di Sergio Mattarella, della sinistra democristiana, voluto da Matteo Renzi alla presidenza della Repubblica.
Ora c’è perfino chi ritiene che Mattarella potrebbe essere per il nuovo partito una sorta di “padre nobile” e che per questo, a differenza del suo predecessore, non abbia lasciato il Quirinale alla scadenza del suo primo mandato, pur essendo stato proprio lui ad affermare, in passato, che quattordici anni di permanenza al Quirinale erano da considerarsi non in linea con il dettato costituzionale. L’eventuale inserimento del Vaticano nella politica italiana sarebbe comunque destinato a provocare un assoluto sconvolgimento nel panorama generale, una rivoluzione copernicana, ridisegnando gli equilibri all’interno delle forze politiche e modificando il quadro delle alleanze.
Del resto, che le attuali alleanze siano da considerarsi inadeguate è più che evidente. Basti pensare ai contrasti che determina la Lega nel centrodestra e a quelli provocati dai cinquestelle nell’opposizione. Già sentiamo le proteste e i malumori dei laicisti per l’inserimento nel panorama politico di una forza sostenuta dal Vaticano. Ma è bene non dimenticare che uno dei mali del nostro Paese è l’instabilità e che proprio l’appoggio del Vaticano ha garantito, con il sostegno alla Democrazia cristiana, una stabilità durata per oltre cinquant’anni e ha favorito la formazione di una classe politica alla quale, comunque la si pensi, deve essere riconosciuta una valenza che l’attuale classe politica certamente non ha.
Basta guardarsi intorno per rendersi conto che la classe politica, come quella giornalistica, ha perso molta della sua credibilità è concordare con Benedetto Croce il quale sosteneva che il degrado della classe politica e quello della classe giornalistica procedono parallelamente. Purtroppo, è proprio così, ma c’è ancor la possibilità di ricominciare.
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