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il nuovo papa
09 Maggio 2025 - 09:15
Ieri pomeriggio si è fatta attendere la quarta fumata, ma poi, con una interminabile scia di fumo bianco, ha dato – come meglio non si poteva – il segnale più netto e suggestivo dell’elezione del nuovo Pontefice e successore di papa Francesco: lo statunitense Robert Francis Prevost, cardinale di Chicago, che ha scelto come nome apostolico Leone XIV. La Chiesa, ancora una volta, sorprende, confermando l’antico detto secondo cui chi entra papa nel conclave ne esce cardinale. È una curiosità che stavolta riguardava una rosa di tre papabili, tutti italiani, con credenziali tali da far pensare come possibile, se non addirittura certo, il ritorno di un italiano al vertice della Chiesa.
Ma alla fine è sempre il soffio dello Spirito Santo a decidere. Papa Leone XIV, già nel suo primo discorso alla cristianità, al mondo intero, credente o no, ha invocato come auspicio fondamentale il bene della pace, indicando da subito la priorità del suo Pontificato. Ma ieri sera, il nome di Leone, Leone, scandito in piazza San Pietro da una folla enorme di oltre cinquemila persone, è stato già la straordinaria avvisaglia di una sintonia immediata per questo Papa, che è stato “missionario” e ha diffuso il messaggio cristiano in terre difficili e insidiose. In tutto ciò, se il percorso di Papa Bergoglio fu segnato da San Francesco – da cui prese il nome e ispirazione per il suo apostolato di umile evangelizzatore – padre Robert, cioè Leone XIV, ha già svelato quale sarà il suo riferimento: Leone XIII, il Pontefice della profetica e presaga enciclica sul nascente processo sociale verso la fine del XIX secolo, che Pio XII nel radiomessaggio della Pentecoste del 1941 definì la Rerum Novarum.
La Chiesa attraversava allora una fase di crisi: non solo per la incomunicabilità tra Cristianesimo e cultura liberale, ma anche per la difficile scelta operativa riguardo alla scristianizzazione delle masse lavoratrici e della “immeritata miseria” – come scriveva il cardinale Biffi nell’analisi introduttiva – in cui era stato ridotto lo sterminato esercito dei proletari a causa dei contraccolpi negativi della rivoluzione industriale. Emozionato profondamente da un’acclamazione popolare senza precedenti, Leone XIV, con la sua formazione missionaria, appare destinato a essere una guida salvifica, capace di ripopolare le chiese e suscitare nuove vocazioni.
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