Dimentichiamo il Genoa e pensiamo solo al Parma

Indosso subito gli abiti del tifoso-ultra e lascio da parte quello di opinionista perché se ci saranno critiche da fare ce le conserviamo per fine campionato. Ci sarebbe, infatti, da scrivere un romanzo sul girone di ritorno disputato dal Napoli ma quello che oggi conta è difendere quel punticino che ci resta per conquistare il quarto scudetto.

Il passo falso di ieri con il Genoa va messo subito da parte e cerchiamo di trovare quella compattezza e soprattutto quella concentrazione per affrontare la difficile trasferta di Parma. Facciamo finta che abbiamo vinto e che occorre racimolare tutti i sei punti ancora in palio.

Lasciamo poi perdere quelle voci sul futuro che rovinano solo l’ambiente e su chi dovrà indossare la maglia azzurra l’anno prossimo perché il futuro oggi è il presente. Conte certamente saprà come ridare forza e fisicità a una squadra che continua a mostrare limiti di tenuta, tanto da farsi sopraffare nei momenti cruciali della gara da un Genoa giovane, frizzante, ben organizzato, aggressivo e insidioso nelle puntate offensive senza mai fare barricate.

Insomma si è visto un Napoli, direi il solito Napoli, senza cattiveria, senza il minimo ardore agonistico. Dobbiamo allora preoccuparci? Lasciamo stare e pensiamo che questa squadra ha giocatori come Raspadori, che avrebbe meritato ben altra considerazione dal tecnico azzurro, e un Mc Tominay che ha dovuto lavorare anche per uno sbandato Anguissa e un Gilmour letteralmente annullato da un giovane centrocampista genoano.

Ripeto non voglio proprio essere critico perché da tifoso voglio sperare che sia stata una partita nata storta con l’infortunio iniziale di Lobotka e a tal proposito mi chiedo come si possa mandare in campo un giocatore che poche ore prima risultava indisponibile. Allora pensiamo a tenere ben saldi i nervi e a concentrarsi sull’insidioso ostacolo Parma: un altro passo falso ci potrebbe condannare a una grossa delusione anche se non è detto che l’Inter riesca a saltare i due ostacoli che gli restano da superare.

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