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CARTE DA VIAGGIO
13 Maggio 2025 - 09:35
Il Giro è un modo per interpretare il presente. La splendida metafora di uno sport arcano fatto di muscoli e fatica, di sguardi e stupori. E Napoli è la sua naturale coreografia. Non è un caso che, per il quarto anno consecutivo, la corsa rosa faccia tappa giovedì sul nostro Lungomare.
Un appuntamento ormai tradizionale, una festa di popolo che attende i suoi campioni, accontentandosi di osservarli, magari per un attimo, mentre sfrecciano talmente rapidi da essere talvolta irriconoscibili. Ecco, per certi versi il ciclismo è un magico inganno. In tutti gli sport hai la possibilità di accomodarti, seguire con calma l’evento, seguirne gli sviluppi, goderne la progressione.
Nelle due ruote cambia tutto. Soprattutto in pianura, dove tutto scorre rapido. Pochi istanti per osservare chi viaggia in avanscoperta, altrettanti per vedere chi insegue. E, nonostante una visione puramente effimera, la gente si accalca, ai margini delle strade, per acclamare chi gli fa battere il cuore o, magari, l’“enfant du pays“, l’ atleta che passa quel giorno sulle strade di casa.
E per raccontare queste storie, sulle strade del Giro sono accorsi negli anni poeti, scrittori, giornalisti straordinari. Pierpaolo Pasolini, Dino Buzzati, Alfonso Gatto, Anna Maria Ortese, Vasco Pratolini, Sergio Zavoli, Gianni Mura, Gino Palumbo e Gianpaolo Ormezzano. Cantori che hanno illuminato l’umanità di tante storie, facendoci piangere e sorridere per un strada che si impennava, per una tappa che sembrava un romanzo, per un verdetto apparentemente crudele.
Improvvisazione, passione, poesia dispensati sui tornanti di quella Corsa, con risvolti spesso sorprendenti. La gara ci porterà quest’anno nel cuore della Campania. Da Lioni ad Avellino, da Monteforte Irpino a Nola, da Caivano a Napoli, tra la fatica dei ciclisti. In una realtà dove il ciclismo appare sempre più raro ed il mitico Giro della Campania è un ricordo lontano.
Fu soppresso, infatti, nel 2001, dopo 63 edizioni. Mancano oggi le grandi rivalità del passato. Binda – Girardengo, Coppi – Bartali, Gimondi – Merckx. Ma ci sono giovani italiani come Tiberi e Pellizzari che meritano schegge di attenzione. Mentre la geografia di questo piccolo mondo antico si snoda quotidianamente sotto i nostri occhi e la gente, idealmente, non si stanca mai di pedalare.
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