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L'opinione
17 Maggio 2025 - 09:41
Anche quando il lavoro o altre esigenze, durante un anno, fanno diradare le visite alla casa materna o all’albergo per anziani dove è stata collocata, in occasione della scorsa Festa della mamma si trova sempre il tempo per rivederla, fare una video chiamata o, magari, portarle un fiore là dove riposa.
Chiediamoci, allora, se è vero che “la mamma è sempre la mamma” e fa la differenza o onorare questa ricorrenza rappresenta l’alibi per tacitare la propria coscienza e non sentirsi colpevoli di abbandono. Crediamo siano vere ambedue le interpretazioni. È vero, infatti, che la mamma la si ama, è vero anche che le ci si dedica poco ma è vero altrettanto che una gran parte di figlie e una residuale minoranza di figli sacrifica molto del proprio tempo libero per accudirla nella vecchiaia. Insomma per quanto riguarda la mamma anziana è vero un po' tutto.
Ed è innegabile che la vita odierna lascia pochi margini per curare i rapporti familiari come si dovrebbe. E proprio a proposito di ciò, nell’imminenza del giorno che celebra la mamma, vengono diffusi i catastrofici dati sulla maternità nel nostro Paese e si apprende che i numeri continuano, di anno in anno, inesorabilmente a diminuire. Nel 2024 in Italia ci sono state solo 370mila nascite con una diminuzione del 2,6 % rispetto al 2023.
Un numero davvero bassissimo che spalmato sul territorio nazionale fa registrare il maggior calo in Basilicata e in Sardegna. In Trentino Alto Adige, in Emilia Romagna e in Lombardia si riscontra, invece, un leggero incremento delle nascite. Bastano già solo questi dati a farci intuire che laddove ci sono più servizi per l’infanzia le donne guardano con più positività alla maternità. La cosiddetta child penalty stravolge, infatti,la vita delle neomamme e le costringe a fare scelte dolorose.
Diventano casi eccezionali quelle che nella nostra Italia, nonostante le molteplici difficoltà affrontano la maternità tanto che, da parte di Save the Cildren, già da un decennio, ricevono l’appellativo di Equilibriste. E’ con questo nome, infatti, che anche quest’anno è stato pubblicato il rapporto che ritrae la realtà fatta di enormi ostacoli per le lavoratrici madripoco tutelate se non del tutte emarginate, talvolta licenziate o non assunte proprio perché presentano bisogni ricorrenti legati alla cura dei figli specie se non hanno l’aiuto dei nonni. Risulta, poi, che la situazione è peggiore per le donne separate o divorziate. Sempre più donne decidono allora di lasciare il lavoro o di non avere figli.
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