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La riflessione
18 Maggio 2025 - 16:32
Achille Lauro
Anni fa sempre lui, il grande scrittore Raffaele La Capria, con l’eleganza del suo modo di scrivere, che la Ortese confessò di invidiargli, si rammaricava che Napoli non informava più il Paese. Oggi - tolte le dolenti note delinquenziali e criminali - a informarlo di sicuro è “il paradosso napoletano”, la “generosità” del governo di centrodestra verso la sinistra al potere al Comune per una serie di finanziamenti di opere, destinate a rilanciare la città. Detta così, la cosa potrebbe alimentare il sospetto di faziosità, ma, in realtà, è motivata da una doverosa riflessione.
Il centrodestra non governa Napoli dal novembre del 1961, da quando fu commissariata l’amministrazione Lauro. Da allora non v’è stata una consultazione in cui non si siano sentite frasi del genere: “Non possiamo mica consegnare il comune alle destre?” oppure: “Vi rendete conto che significa far vincere le destre?”. In questi anni non solo si è detto questo con toni irritanti, ma si è alimentata anche una demonizzazione permanente del Comandante Lauro.
Posto sotto accusa per il sacco edilizio della città, di cui storici e studiosi hanno invece indicato e dimostrato come responsabili i vari commissari prefettizi inviati da Roma, non certo dalle Gallie. Costoro, sapendo bene che, in un clima da resa dei conti, si potevano chiudere tutti e due e tutto sarebbe stato addebitato al sindaco silurato, li hanno chiusi. Malgrado ostilità ministeriali, Achille Lauro riuscì a realizzare una serie di opere. Quante, negli anni successivi, un arco di mezzo secolo e più, formazioni politiche di vario colore, sempre di sinistra, non sono riuscite a fare.
Ora opportuno da elencare, per poter dare un giudizio su un prima e un dopo . Eccole: sistemazione della viabilità urbana; ristrutturazione del trasporto pubblico; bonifica di interi quartieri; riorganizzazione della N.U.; costruzione e potenziamento delle scuole materne; ricostituzione del Corpo dei Vigili Urbani; meccanizzazione dei servizi anagrafici ed elettorali; istituzione del Centro diagnostico e schermografico, tuttora operante; sistemazione dei cimiteri; impianti di illuminazione stradale; miglioramento delle attrezzature sportive, restyling di edifici pubblici e monumenti; rifacimento del sistema fognario nelle aree più critiche, scongiurando definitivamente le frequenti esondazioni; potenziamento del turismo; istituzione del Premio Napoli; elaborazione del nuovo piano regolatore; sistemazione del mercato dei fori e cura del decoro urbano con la efficiente tenuta dei giardini; trasformazione di piazza del Municipio tra le piazze più belle del mondo, cui si aggiunse la lungimirante idea di fare di Bagnoli meta di un turismo attrattivo mondiale sul tipo di Las Vegas o della Florida, rimasto ancora un sogno un insieme di cose da configurarsi come una gigantesca serie di flop.
Da parte di una sinistra, impegnata a demolire le scelte di un passato operoso e lungimirante, sempre presente nella memoria collettiva da auspicabile riferimento per un futuro migliore. Napoli a cominciare da Bassolino, sindaco dal dicembre del 1993, che non seppe trarre oggettivi benefici dell’effetto traino del G7 tenutosi a Napoli, si è segnalato per un declino crescente, anche delle successive amministrazioni Jervolino e de Magistris, il peggio che potesse capitare. Poi tamponato dal sindaco Manfredi, e presto, molto presto siamo certi cancellato da un rilancio epocale, grazie al decisivo sostegno del governo Meloni, animato dal proposito di assicurare alla città il futuro più degno e qualificante.
Un percorso concreto ricco di prospettive, avviato da tempo, subito dopo il varo dell’esecutivo di centrodestra, dal ministro Gennaro Sangiuliano, così articolato: 300 milioni per Albergo dei Poveri e soprattutto inizio lavori, restauro Floridiana, 40 milioni per Capodimonte e inizio lavori, finanziamento per trasformare l’ex deposito dei bus Stella Polare in Museo, finanziamenti e inizio lavori al Maschio Angioino per arco di Ferrante di Aragona, creazione dei Musei Nazionali del Vomero come polo autonomo, Museo Archeologico Nazionale Mann in prima fascia dei grandi musei nazionali al pari degli Uffizi, conclusione dei lavori del sottotetto e nuovi spazi a Palazzo Reale, conclusione dei lavori del sottotetto e nuovi spazi a Palazzo Reale, finanziamento Donnaregina vecchia, Chiesa San Pietro e Paolo a Soccavo e San Cosmo e Damiano a Secondigliano, Museo Caruso a palazzo Reale.
Ma il sigillo definitivo a una graduale epocale svolta ha provveduto a farlo personalmente la Presidente del Consiglio Meloni, annunciando che a Napoli nel 2027 si disputerà la finale dell’America’s Cup, uno storico trofeo, da ricaduta economica incalcolabile per i benefici destinati a produrre e per il futuro di Bagnoli anche questo “recuperato dal centrodestra”.
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