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25 Maggio 2025 - 11:53
La festa scudetto nel 2023
“L’oro di Napoli”, “Il Regno di Napoli”, “‘Tu sì ‘na cosa grande”, “Napoli sì tu!”: questi i titoli, solo una parte, che, ieri mattina, aprivano le prime pagine dei giornali per esaltare la conquista del IV scudetto, l’apoteosi della squadra azzurra e dei napoletani. Festeggiata in una notte di fuoco e di fuochi da oscurare quella tradizionale di fine d’anno: stavolta alla bomba Maradona però se n’è aggiunta un’altra più leggera e insidiosa quella del centrocampista volante “McTominay”, napoletanizzato “Mcfratm”, m’è frate, cioè fratello.
Non sappiamo se sia stato già detto o non detto, comunque, nel dubbio, giova dirlo: non poteva esservi regalo migliore del IV scudetto al Napoli, mentre si celebrano i 2500 anni della fondazione della città. Ora oltre agli eventi per “Napoli millenaria”, i tifosi partenopei hanno già iniziato una loro festa, che non si sa, però, quando finirà. Cristiano Malgioglio ha giocato di anticipo con la uscita tempestiva del suo nuovo singolo, un “disco dance” che fa: “Alè, Alè, Alè” ideale per l’estate, fantastico per i balli da scudetto. Questa festa corale di tutta la città, da Napoli est a Napoli ovest, naturalmente è una festa “a sorpresa”, ognuno la vive come meglio ritiene, se la racconta e tramanda come più gli piace ricordare.
Eventi del genere, incantano i turisti, in cerca di emozioni, e qui sono vissuti come una competizione civica tra condomini e rioni alla maniera con cui si vive quella per la preparazione dei presepi. Napoli si mette in gioco con creatività, orgoglio e passione. Vicoli, balconi, finestre, bassi, quei pochi scampati agli sfratti da movida, tappezzati di striscioni, bandiere e festoni presentano al mondo una esposizione universale senza pari del meglio dell’umorismo, della satira e dell’inventiva delle tifoserie azzurre, in cui i napoletani sono imbattibili. Questa città stupisce e incuriosisce con le sue trovate, e ci riesce sempre. Abbiamo visto alcuni tifosi agitare scope con le “teste” dai colori di club di irriducibili avversari, che ci hanno fatto ricordare un buffo episodio storico, di cui si rese protagonista Re Ferrante d’Aragona. Il quale, mentre si preparava a succedere al padre Alfonso D’Aragona, per avvertire i nemici che, appena salito al trono, avrebbe fatto di loro piazza pulita, mise uno scopino al posto del pennacchio del suo elmo.
Tornando allo “scudetto” e allo “scucetto” dell’Inter, appena scucito, “amma faticà” fu questo il motto di Conte, il giorno della sua presentazione da neoallenatore del Napoli, indispensabile per affrontare la bella stimolante esperienza napoletana. In apparenza un modo di dire pittoresco per ingraziarsi la piazza, in realtà, servito a selezionare i “volenterosi”, disposti a condividere da subito l’ardua sfida del riscatto, dopo essere passati dalle “stelle del III scudetto alla polvere dell’anno successivo. Hanno faticato tutti, in cima a tutti Conte, definito il “taumaturgo” per un’impresa da santificazione sportiva. A riguardo la perla delle perle della satira “scudettara” ce la riferisce il popolare edicolante di piazza dei Martiri Ciro Maione, contenuta in questa invocazione: “San Gennà perdonaci! Conte nun te vere!”. A farlo credere, oltre a Conte che ha parlato sempre di un “miracolo-scudetto”, è stato “nientepopodimeno” anche il sindaco Manfredi, che ha confessato pubblicamente la sua solenne conversione a neo-tifoso del Napoli, dopo essere stato juventino.
La festa continua, la tifoseria sempre memore verso chi non c’è più, non dorme, punta ad aggiornare lo striscione posto nei giorni del primo scudetto davanti al cimitero di Poggioreale che diceva con rammarico: “Ah! Che vi site perse?”, per chiedere oggi: “Chiste è ‘o quarte scudetto! E pigliateve ‘e ferie!”. Hanno ragione i turisti in fila ai “fan shop” a chiedersi, tra tanta inventiva, dove si trovi “la fabbrica delle idee”. Risposta? A Napoli è dovunque. Nel 1600 si meritò addirittura il titolo della “Città dei forestieri”, che, da secoli, ieri come oggi, vengono qui per fare il pieno di energie, ottimismo allegria, ricaricarsi e mischiarsi al popolo in festa. Maggio, a Napoli, è il mese delle più belle canzoni d’amore, non vogliamo intossicarvi la festa in corso, ma va ricordato che, se il taumaturgo Conte sceglie il “Lingotto” o meglio i lingotti d’oro, per il futuro, c’è già un commiato d’autori di Pisano e Cioffi: “Tu mme decisti”sì” ‘na sera ‘e maggio e mo’ tiene ’o curaggio e mme lassà?.Se non bastasse? Anche un cosmico e sbrigativo: “Core ‘ngrato”.
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