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Il bisogno di immaginazione e la città baciata dalla fantasia

Napoli, un regno che non si rassegna al decadimento sociale dei nostri tempi

Il bisogno di immaginazione e la città baciata dalla fantasia

La voracità delle passioni azzurre trova libero sfogo sul Lungomare dove Napoli celebra finalmente i suoi respiri e l’ armonia di un tricolore. Una città, in fondo, è la storia che racconta, la memoria di scudetti vinti e perduti, il dialogo intimo con il suo popolo, la sofferenza e la sfida rocambolesca di questi mesi. E allora, ecco, per magia, l’allestimento di un nuovo set cinematografico, degno di un presidente che non dimentica le sue radici.

Gli atleti che giungono dal mare, il pullman scoperto che li aspetta, l’ abbraccio infinito di chi non si stanca più di festeggiare. E, come fondale scenico, il braccio di mare più bello del mondo, quello che continua ad ispirare la creatività del calcio, della musica, dell’ arte da oltre tre secoli. Si applaude pensando che, probabilmente, la favola di Antonio Conte finisce qui, tra sciarpe e bandiere.

Ma De Laurentiis, stavolta, ha mostrato lucido pragmatismo. C’è un contratto di tre anni ma chi vuole andar via, si accomodi pure. Ce ne faremo una ragione. Come per Spalletti, come per Kvaratskhelia, come per Insigne. Una storia che continua da anni. Mail patron, stavolta, si è mosso con largo anticipo. Non si farà trovare impreparato. Uno scudetto cui fa da sfondo una Napoli ancora vivace, polemica, istintiva, selvatica, coraggiosa, baciata dal soffio di quella fantasia che esclude la normalità.

Un regno che non si rassegna al decadimento sociale dei nostri tempi. Il successo nel calcio rappresenta, in fondo, l’estro, la gioia, l’incantesimo, quello spazio che si eleva al di sopra del presepe dei luoghi comuni. In una città che conferma, nonostante tutto, il suo eterno bisogno di immaginazione.

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