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Il corsivo
03 Giugno 2025 - 08:58
Non so voi ma io ci credo che Luciano Spalletti abbia pianto per due ore dopo la conquista dello scudetto da parte del Napoli. Le lacrime erano così tante che non è riuscito a prendere il telefono per fare un post di complimenti alla sua vecchia squadra. Eppure solo due anni fa aveva vissuto le stesse emozioni. Il mancato messaggio l’ha chiarito il ct della Nazionale: «Non l’ho fatto neanche per l’Inter e quindi ho preferito evitarlo per il club azzurro».
Ci può stare ma il tecnico toscano dimentica che con i nerazzurri non aveva conquistato niente ed era stato accompagnato alla porta mentre con i partenopei è entrato nella storia avendo riportato il tricolore in riva al Golfo dopo 33 lunghi anni. L’ultima volta era stato Maradona a fare impazzire i napoletani.
A maggio 2023 ci aveva pensato lui ed un gruppo che già a febbraio aveva messo le mani sul triangolino tanto ambito. Spallettone, poi, ha evidenziato lo spettacolo del bus scoperto sul Lungomare. Ci sarebbe voluto salire anche lui sul pullman ma don Aurelio disse di no. E quel diniego se l’è legato al dito.
Al punto di rinfacciarglielo sul libro (Le verità nascoste) uscito qualche settimana fa. Sicuramente quella sfilata se la meritava ma abbiamo visto tutti come era mogio a Udine rinchiuso nello spogliatoio mentre i giocatori festeggiavano lo scudetto. E come non vedeva l’ora di scappare via.
Anche Conte aveva pensato di lasciare tutto prima di essere stato convinto a rimanere. Eppure se l’è goduto il successo. Ha esultato, si è abbracciato tutti, è andato in giro a fare feste e festicciole. Sembrava un bimbo al Lunapark. A via Caracciolo, poi, è rimasto a bocca aperta. Non sapeva dove guardare talmente delle persone che c’erano ad accogliere il Napoli campione d’Italia. Ognuno avrà il suo carattere per amor del cielo.
Ognuno esprime le emozioni in maniera diversa e come vuole. Poi c’è chi si fa i tatuaggi con lo scudetto e chi no. Ma quel tricolore indelebile sulla pelle dovrebbe andare oltre ogni cosa. Alla fine vogliamo credere alle due ore di pianto. Meglio che niente...
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