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All’opera i Volenterosi dell’olocausto atomico?

Che gioco fa Volodymyr Zelensky. E che cosa frulla per la testa dei tre Volenterosi

All’opera i Volenterosi dell’olocausto atomico?

Volodymyr Zelensky

Ma che gioco fa Volodymyr Zelensky? E che cosa frulla per la testa dei tre Volenterosi: il premier tedescoJoachim-Friedrich Martin Josef Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico sir (ormai titolo abusato più dei cavalieri del lavoro) KeirRodney Starmer?

Merz eletto per il rotto della cuffia e probabilmente anche per un riconteggio dei voti rifiutato al partito Ragione e Giustizia (BSW) di SahraWagenknecht e bocciato alla prima fiducia in parlamento quasi a prospettarne il viatico. Macron, punito dagli elettori dell’Esagono nei suoi marchingegni elettorali e ridicolizzato persino dalla moglie divenuta così meno antipatica ai compatrioti. Starmer, l’ennesimo primo ministro con il consenso ricevuto da appena un terzo dei votanti, peraltro già volatilizzatisi come risulta da tutte le recenti elezioni locali e indagini demoscopiche?

Volenterosi di una guerra nucleare, di un olocausto di almeno metà della popolazione del pianeta (i venti settentrionali risparmierebbero – secondo gli immanvabili ottimisti – parte della popolazione dell’emisfero meridionale)? L’attacco alle basi dei bombardieri “strategici” della Russia costituisce la massima minaccia per una superpotenza ch’è ancora tale solo grazie alla sua “triade” atomica: missili intercontinentali, sottomarini e appunto bombardieri dotati di queste armi. Gli armamenti convenzionali di Mosca sono inadeguati al suo ruolo internazionale come dimostra il conflitto in Ucraina.

Sacrificati negli ultimi trent’anni alla ricostruzione di istituzioni, strutture e infrastrutture civili, trascinate già fradicie nel crollo dell’Unione Sovietica. Disfacimento provocato non da una sconfitta bellica ma per fallimento interno, economico ed ideologico. La vittoria di Karol Nawrocki in Polonia, anche se questo giornale l’ha anticipata, era data dal cinquanta per cento. Le urne l’hanno confermata ed ha un triplicesignificato.

1) l’indebolimento di Zelensky e dei Volenterosi, corifei della guerra ad oltranza contro la Russia a costo di un coinvolgimento diretto di forze militari di Paesi della Nato: ora i Quattro Moschettieri hanno perso il loro D’Artagnan, storicamente in prima linea in quell’area del Vecchio Continente segnato da confronti ed affronti micidiali.

2) Un successo per Donald Trump, perché aveva puntato apertamente su Nawrocki mentre ribadiva il giudizio negativo sull’azione “controproducente” dei Volenterosi e sull’appoggio che ricevono da Bruxelles. La vittoria di Nawrocki coincide con il secondo round delle trattative russoucraine a Istanbul e sminuisce,fortunatamente, l’attacco alle forze “strategiche” della Russia, volto a sabotare il negoziato. Soprattutto offre alla diplomazia una via d’uscita, alternativa, che impedisca a Putin la scelta altrimenti obbligata, quella più volte indicata dal suo ex “allievo” ed ex presidente Dmitrij Medvedev: l’utilizzo dell’arma nucleare. 

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