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L'opinione
04 Giugno 2025 - 08:34
La sede dell'Organizzazione mondiale della sanità
Dopo la disastrosa e fallimentare gestione della pandemia del 2020 relativamente al Sars - Cov 2, covid 19, ci si aspettava una revisione globale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La gestione è stata così disastrosa da essere paragonata alla Shoah come da nostro articolo del 16 febbraio 2024 pubblicato da il Med, giornale della Fondazione Mediterraneo. Ovviamente come allora nessuno sembrava rendersi conto della tragedia che si stava consumando.
La terapia utilizzata allora non era fatta da vaccini classici ma era una terpia genica. Che i vaccini somministrati fossero difettosi, imperfetti, pericolosi e non completamente testati è un fatto storico e documentato, insito nelle stesse autorizzazioni emergenziali rilasciate dagli enti regolatori, così come pure l'efficacia e la sicurezza erano smentite ed escluse già in fase pre-autorizzatoria.
I maggiori artefici di questa tragedia sono stati Anthony Fauci, Bill Gates e Ursula Von Der Leyen. Anthony Fauci perchè all'epoca era a capo della task force che si occupava dell'emergenza, Bill Gates in quanto maggiore finanziatore dell'OMS e la Von Der Leyen quale Presidente della Commissione Europea aveva favorito l'acquisto dei vaccini dalle multinazionali farmaceutiche sembra in maniera dubbia.
Di recente è stato approvato il nuovo Regolamento Sanitario Nazionale (RSI) sulla revisione del RSI del 2005, con l’adozione delle modifiche tramite la risoluzione WHA77.17 durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) il 1° giugno 2024. Tali modifiche, ispirate dalle lezioni della pandemia di Covid-19, mirano a rafforzare la preparazione, la sorveglianza e la risposta globale alle emergenze sanitarie.
Le modifiche comprendono: * L’introduzione della definizione di “emergenza pandemica” e relativi meccanismi; * La creazione di autorità nazionali RSI per il coordinamento delle risposte; * Rafforzamento della solidarietà, dell’equità, dell’accesso ai farmaci e ai finanziamenti; * Introduzione di certificati sanitari digitali; * Rafforzamento della cooperazione internazionale e tra Stati. Tutto ciò è stato sancito poi dall'accordo globale sulle pandemie,approvato il 20 maggio scorso.
L’Italia, come Stato membro dell’Unione Europea e parte del Rsi, ha preso parte al processo negoziale attraverso il coordinamento dell’Ue. In particolare la Commissione Europea ha negoziato in nome dell’Unione per le materie di sua competenza, agendo su mandato del Consiglio Ue.
L’Italia ha contribuito alla posizione comune europea tramite il gruppo di lavoro “Sanità pubblica” del Consiglio, partecipando alle riunioni di coordinamento a Ginevra. Come tutti gli Stati membri, l’Italia è chiamata ad accettare formalmente le modifiche entro i tempi previsti. Non risultano riserve da parte dell’Italia, che quindi aderirà automaticamente alle modifiche con entrata in vigore il 19 settembre 2025.
Alcune modifiche riguardano aspetti di competenza esclusiva degli Stati, come l’organizzazione delle autorità RSI, la gestione dei fondi nazionali e le consultazioni bilaterali. L’Italia avrà quindi autonomia su come implementare tali misure nel rispetto del diritto Ue. L’Italia, tramite la normativa europea di cui è parte, è già in larga parte allineata con le modifiche RSI (es. regolamento UE 2022/2371 sulle minacce sanitarie transfrontaliere).
In sintesi, l’Italia svolge un ruolo attivo nel processo tramite la sua partecipazione all’Ue, garantendo coerenza normativa e preparandosi all’attuazione nazionale delle modifiche RSI, che rafforzano la capacità del Paese di rispondere a future emergenze sanitarie. Già da anni la Fondazione Mediterraneo aveva suggerito che tutti i componenti dell'Oms avessero un'alta preparazione sanitaria e che fosse un requisito essenziale per poter svolgere correttamente il proprio ruolo.
*ematologo
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