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CARTE DA VIAGGIO
10 Giugno 2025 - 09:15
Maurizio Landini
La danza referendaria chiude con esiti scontati. Nessun quorum, percentuali in linea con le attese, solita giostra di analisi politiche che esaltano la Destra e, paradossalmente, non deludono la Sinistra.
Il solito refrain di sempre, nulla di più. In questa carrellata d’autore, Maurizio Landini esprime il coraggio della verità. Per la Cgil il dato è esplicito: obiettivo non raggiunto. Quattordici milioni di votanti sono solo un punto di partenza, nulla di più. Certo, la battaglia continua, tutela dei lavoratori e cittadinanza restano temi prioritari per il Sindacato e per la Sinistra, tappe fondamentali per estendere la democrazia nel nostro Paese ma oggi bisogna ammettere la sconfitta, con sincera onestà.
Il campo stretto ha perso, in modo sufficientemente chiaro. È stato un errore trasformare uno scontro puramente referendario in una battaglia politica di minoranza. E il Pd, portato a contestare oggi ogni posizione di governo, si ritrova, come mai nel passato, ad aver spostato completamente il suo baricentro a Sinistra, sviluppando risse puramente identitarie insieme ai 5Stelle ed AVS. Non era successo nemmeno ai tempi di Berlinguer.
E i limiti sono sotto gli occhi di tutti. Abbandono definitivo di quell’ area di riferimento centrista legata alla gloriosa Margherita che, alle soglie degli anni duemila, aveva consentito a Prodi di battere anche Berlusconi, rottura di ogni forma di dialogo con il sindacato moderato della Cisl che tanti leader aveva indicato al centro- sinistra, ma, soprattutto, la volontà di evitare ogni confronto interno, qualsiasi seria valutazione critica sulla linea di navigazione seguita.
Resta, quindi, come scenario di questo Referendum, il triste epilogo di un potere legislativo che, soprattutto in Italia, stenta a ritrovare i suoi connotati essenziali. Un cardine fondamentale della democrazia che, in ogni circostanza, conferma il suo letargo.
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