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lettera ai lettori
12 Giugno 2025 - 10:35
Cari amici lettori, immaginate una società nella quale i soli diritti del cittadino siano protestare, ribellarsi, danneggiare, ferire, uccidere, provocare stragi. Una società nella quale ogni altra mossa richieda autorizzazioni, interventi del potere informatico, patrocinio di una potestà superiore, concessioni dell’autorità competente, anche se non è ben chiaro quale essa sia. Una società, cioè, dominata da un potere oscuro. Immaginate, ora, un essere umano molto anziano, solo, incapace di camminare per più di venti o trenta metri senza sedersi a riposare, nonostante il necessario ausilio di un bastone. Immaginate che questa persona, per un evento imprevedibile, sia rimasto sprovvisto di una parola d’ordine indispensabile per comunicare con uno dei poteri superiori.
Immaginate che, per le incomprensibili regole del sistema, egli non possa ottenere quel “pass” in maniera informatica ne delegando altri, ma debba necessariamente recarsi di persona in un luogo stabilito dall’autorità e che questo luogo non sia raggiungibile con mezzi di trasporto pubblici o privati, per cui sia costretto a raggiungerlo con un lungo calvario, sia pure appesantito dalla sola croce degli anni e dei malesseri fisici. Immaginate ora che, raggiunto quel luogo, egli debba farsi identificare. È munito, ovviamente, di una valida carta d’identità e del documento attestante il suo codice fiscale, ma risulta necessario anche il documento di aver diritto all’assistenza sanitaria, che non ha nulla a che vedere con il pass richiesto. Immaginate che a quella persona, come a molte altre, l’autorità sanitaria non abbia trasmesso, come le compete, tale ultimo documento, ma una sua copia fotostatica, valida per ottenere l’assistenza.
Egli è in possesso di tale copia e del documento scaduto, ma tutto ciò non basta a identificarlo, sicché è costretto a rinnovare il calvario, alla rovescia, per tornare alla sua dimora, esaurito e avvilito. Non male come racconto d fantascienza, vero? Invece è un fatto reale, vissuto da me sabato scorso. Il mio “spid”, o come altro si chiama, documento che occorre per comunicare con l’autorità finanziaria, è diventato inefficace per il cambiamento del mio numero di telefono; la tessere sanitaria, scaduta durante il Covid, mi è stata rinnovata ma ne ho ricevuto fotocopia e non l’originale. Oltre alla stanchezza e ai dolori, questo fatto mi ha fatto incazzare come una belva, per cui ho dovuto riposare una mezz’ora per distendere i nervi. Ho ricordato i bei tempi passati, in cui, pur non esistendo l’informatica (o forse proprio per questo), i rapporti con l’autorità erano molto più agevoli.
Le nuove generazioni di funzionari e impiegati non sono all’altezza di quelle passate. Colpa del ’68 e della fine della scuola? Colpa dell’idea che la struttura pubblica non sia più al servizio del cittadino e, anzi, sia il cittadino al servizio della burocrazia. Come mai, quando non c’erano democrazia, libertà e costituzione, i treni arrivavano in orario e i servizi sanitari introdotti dal malvagio Regime funzionavano? Certo che il mondo somiglia molto di più a quelli descritti dai romanzi distopici che a belle società libere e ordinate. Forse voi potete illuminarmi sul perché.
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