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La pace resta un miraggio: tensione tra amore e odio

Da quando l’uomo ha preso coscienza di sé, ha vissuto in equilibrio precario tra il desiderio di armonia e l’impulso alla distruzione

La pace resta un miraggio: tensione tra amore e odio

Da quando l’uomo ha preso coscienza di sé, ha vissuto in equilibrio precario tra il desiderio di armonia e l’impulso alla distruzione. La violenza non è un'invenzione moderna, né un'aberrazione occasionale: è radicata nella storia umana, come ci racconta il mito di Caino e Abele. Il primo omicidio narrato nella Bibbia  è quello di un fratello che uccide l'altro per gelosia, per frustrazione, per sentirsi riconosciuto.

È lì, in quella vicenda antica e archetipica, che si cela una verità tragica: l’uomo è capace di amare, ma anche di odiare profondamente. L’assenza di pace sulla Terra non dipende solo da guerre tra nazioni o conflitti politici: essa si riflette anche nei rapporti quotidiani, nelle tensioni familiari, nei gesti d’intolleranza, nell’incapacità di ascoltare. Spesso cerchiamo il nemico fuori, dimenticando che la radice del conflitto è dentro di noi. Paura, insicurezza, egoismo, sete di potere: queste sono le vere armi che continuano ad armare le mani dell’uomo.

Ci si potrebbe chiedere: se siamo in grado di costruire meraviglie, di creare arte, di esplorare l’universo, perché non riusciamo a vivere in pace? La risposta, forse, è che la pace richiede uno sforzo più grande della guerra. Perché la pace presuppone il dialogo, la rinuncia all’orgoglio, la capacità di perdonare e di mettersi nei panni dell’altro. La guerra, al contrario, è spesso una scorciatoia: uno sfogo brutale e immediato delle tensioni accumulate. La pace non è solo assenza di conflitto. È giustizia, equità, rispetto, empatia.

Ma in un mondo dominato da interessi economici, da disuguaglianze sempre più profonde e da una comunicazione spesso tossica e divisiva, questi valori sono difficili da affermare. Le guerre del passato si combattevano per terre, confini, religioni. Oggi si combattono anche per risorse, controllo, ideologie, e talvolta per l’indifferenza generale di chi assiste in silenzio. Tuttavia, nonostante tutto, la storia dell’uomo non è solo sangue e distruzione.

È anche solidarietà, ricostruzione, speranza. In ogni epoca, anche nelle più buie, c’è stato chi ha scelto la via della pace, chi ha rifiutato la vendetta, chi ha sacrificato se stesso per gli altri. Questi uomini e donne, spesso dimenticati, sono la prova che la pace è possibile, anche se faticosa. In fondo, Caino non ha ucciso Abele solo una volta: lo fa ogni volta che l’odio prevale sull’umanità.

Ma ogni volta che scegliamo il dialogo invece dello scontro, che costruiamo invece di distruggere, che abbracciamo invece di respingere, allora diamo una speranza all’Abele che vive in ognuno di noi. La pace non è un’utopia: è una scelta quotidiana. Sta a noi, come individui e come società, decidere se vogliamo continuare a ripetere la storia di Caino, o se vogliamo finalmente scriverne una nuova.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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