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lo straniero
17 Giugno 2025 - 10:41
In aereo per Londra, le mie due vicine di posto erano entrambe inglesi. La giovane ragazza spiegava alla sua compatriota venuta a Napoli per il week-end quali fossero le chiavi interpretative del modo di vivere dei napoletani. Benché non parlasse “la lingua del paese”, la ragazza studiava a Napoli già da nove mesi e quindi conosceva la città meglio di una semplice turista. “Loro non rispettano le regole e quindi le persone” sentenziava la ragazza in maniera definitiva. Io mi raddrizzo sul mio sediolino perché il mio pensiero mi porta a dire che il rispetto delle regole è esattamente l’opposto del rispetto delle persone. Quando le leggi sono ingiuste, però riconosciute tali dalla storia soltanto anni dopo, o anche quando sono giuste ma escludono i più deboli che non rientrano nella classificazione.
Il film finlandese di AkiKaurismaki: “Les feuilles mortes”, che ha ricevuto il premio del Jury del Festival di Cannes nel 2023, l’illustra perfettamente. Una donna impiegata in un supermercato incaricata di ritirare dallo scaffale i prodotti scaduti, viene licenziata perché aveva rubato un tramezzino scaduto che avrebbe dovuto gettare nella spazzatura. Rimasta senza lavoro dall’oggi al domani e senza alcun reddito, non poteva nemmeno difendersi in quanto il suo era un “contratto zero ore”, che approfitta dei più deboli sul modello di McDonald’s. Il giorno dopo, passeggiando per Londra in compagnia di mio figlio, una donna nigeriana mi chiede un’informazione. Le è sembrato simpatico che io le rispondessi con l’accento francese e lei mi racconta essere una poetessa. Ho comprato il suo libro. Vivendo ai margini della società, crescendo un figlio da sola, anche lei pensa che le regole sociali privino gli individui della loro propria coscienza. “C’è qualcuno che se ne accorge che siamo tutti schiavi della società? Anche uomini al vertice non possono fare quello che vogliono perché devono obbedire agli ordini dalla società”, lei scrive.
Allo stesso modo il grande scrittore George Orwell aveva riassunto le regole alle quali ogni colono inglese doveva sommettersi nel suo libro “Giorni in Birmania”. “Flory è l’individuo solo e carente, intrappolato in un sistema più grande di lui che sta minando il lato migliore della natura umana. Un sistema in cui ogni uomo bianco è una parte dell’ingranaggio della ruota del dispotismo. Un sistema che non tollera che nessun individuo pensi in modo indipendente”. Appena rientrato a Napoli mi sono recato alla Banca BNL-Paribas in piazza Berlinguer in quanto un loro sportello bancomat mi aveva rilasciato una banconota da 50 danneggiato da un lato che nessuno accettava. L’impiegato di turno non ce l’aveva con me ma mi ripeteva che non poteva derogare al regolamento della banca altrimenti avrebbe avuto dei problemi con il suo superiore: “Se lei non ha un conto qui, non posso fare nulla per lei” mi ha detto dispiaciuto. Stavo per strappare la banconota in mille pezzi per poi buttarli nell’aria in mezzo alla banca, quando un semplice cliente ha risolto il problema. Ha messo la mia banconota di 50 euro sul suo conto dell’agenzia e in cambio ha ritirato per me al bancomat una banconota perfetta. Mai in una città dove si rispettano le regole, una persona estranea alla questione si sarebbe fatta avanti per aiutarmi.
Mi ricordo essere arrivato a Napoli in piena pandemia. Vivevo accampato nel mio appartamento in ristrutturazione. Chiesi ad un ristoratore giù da me se avessi potuto mangiare al suo ristorante tutte le sere, sebbene lui non potesse servire clienti viste le regole che vigevano. “Se c’è un controllo e se ti scoprono diremo che sei mio cognato da Parigi” mi ha risposto il padrone, perché “le regole sono fatte per essere infrante”: siamo degli esseri umani e non dei robot! Da questo giorno in poi, ripetiamo questo motto ogni volta che vado a mangiare da lui, due volte a settimana. Invece non vado mai a mangiare nel nuovo ristorante di una nota catena italiana che ha appena aperto accanto al suo. Le norme gli hanno permesso l’apertura ma non ho bisogno di una legge per capire che non è corretto. Al contrario dei suoi clienti che si ci recano in massa a scapito del mio amico senza porsi il problema perché si fidano alle regole. Allo stesso modo io non ho perso tempo a spiegare alla giovane studentessa dell’aereo che rispettare le regole e rispettare le persone, sono due cose diverse. È questa libertà che conserva la gente di Napoli, di derogare alle regole, che gli permette di restare degli individui più che in altre parti. Una delle tante ragioni per la quale si ama Napoli… dal momento in cui lo si capisce.
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