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L'opinione
18 Giugno 2025 - 09:18
Nel cuore pulsante di Napoli si cela un universo parallelo fatto di misteri e tradizioni millenarie, dove la realtà storica si intreccia con il folklore popolare creando un patrimonio culturale unico al mondo.
La città, costruita su un intricato sistema di cavità sotterranee, ha dato vita a leggende che ancora oggi permeano l'iaginario collettivo napoletano, incarnate nelle figure del "Munaciello" e della "Bella 'mbriana": spiriti domestici che rappresentano l'anima più profonda e autentica di una Napoli che cerca diresistere alle lacerazioni di una contemporaneità spesso devastante.
Questa è una metropoli sospesa sopra un dedalo infinito di passaggi segreti, con un sottosuolo attraversato da una vastissima rete di cunicoli, gallerie, acquedotti e spazi scavati dall'uomo nel corso dei millenni. Si tratta di unastruttura porosa e labirintica checomprende ben 900.000 metri quadrati di cavità sotterranee, di cui solo due hanno origine naturale.
Questa architettura del sottosuolo, così particolare, racchiude tesori di epoche diverse: dai cunicoli del centro storico alla Galleria Borbonica, dall'acquedotto greco-romano alle antiche catacombe cristiane. Questi ambienti ipogei non sono semplici vestigia del passato, ma rappresentano un ecosistema vivente che ha plasmato la cultura e l'identità della città. In questo mondo nascosto si muovevano, un tempo, figure diventate quasi leggendarie: i pozzari, autentici signori della Napoli sotterranea.
Questa sorta di operai specializzati garantivano l'approvvigionamento idrico della città, spostandosi con incredibile agilità attraverso stretti passaggi e arrampicandosi lungo i pozzi, grazie a fori praticati nelle pareti. La loro corporatura minuta, necessaria per muoversi negli angusti corridoi degli acquedotti e il loro aspetto annerito dal lavoro in ambienti bui e umidi, li rendeva figure quasi spettrali.
Avvolti in mantelli con cappuccio, per proteggersi dal freddo sotterraneo, questi uomini assumevano nell'oscurità sembianze che ricordavano gli abiti monacali. Il loro libero accesso alle abitazioni attraverso i sistemi di pozzi domestici alimentò presto l'immaginario popolare, trasformandoli da semplici lavoratori in creaturefantastiche. Dalla figura reale del pozzaro nacque la leggenda del "Munaciello", spiritello capriccioso dal carattere ambivalente.
Questo personaggio del folklore napoletano poteva dimostrarsi tanto generoso quanto vendicativo, a seconda delle simpatie che nutriva verso le famiglie. Le cronache popolari narrano di improvvise apparizioni di denaro, gioielli e vivande nelle case benedette dalla sua presenza, mentre oggetti preziosi sparivano misteriosamente dalle dimore che gli risultavano sgradite.
La spiegazione di tali fenomeni affonda le radici nella realtà sociale dell'epoca: i pozzari, avendo accesso privilegiato alle abitazioni, intrattenevano, a volte, relazioni clandestine con le signore di casa, gratificandole con beni sottratti altrove. Questo meccanismo di redistribuzione nascosta alimentava la credenza negli interventi soprannaturali del Munaciello, creando una narrazione che finiva con il giustificare l'inspiegabile.
Contraltare benefico del Munaciello è la Bella 'mbriana, spirito protettore del focolare domestico. Il suo nome deriva da "meridiana", simbolo della luce solare e del calore che riscalda la casa. Questa figura femminile incarnava la protezione familiare e la prosperità domestica ed eratanto venerata che i napoletani amavano salutarla ad alta voceentrando e uscendo di casa, secondo una tradizione antica che in qualche raro caso è sopravvissuta sino ai nostri giorni.
La Bella 'mbriana rappresentava, insomma, l'aspetto luminoso e accogliente dello spirito domestico napoletano. A tavola le veniva sempre riservato un posto d'onore e la sua invocazione, "Bella 'mbriana scetate", accompagnava i momenti di difficoltà nella speranza che il suo intervento potesse portare sollievo e fortuna alla famiglia.
Il Munaciello e la Bella 'mbriana trascendono, insomma, la dimensione del semplice folklore per divenire custodi dell'identità napoletana più autentica. Essi incarnano, se vogliamo, quello spirito indomito di una città che ha sempre saputo trasformare la durezza del quotidiano in poesiavenata di mistero, la necessità in magia, la sopravvivenza in arte di vivere. In un'epoca di trasformazioni vertiginose, queste figure leggendarie resistono come sentinelle di una Napoli che molti di noi custodiscono ancoragelosamente nel cuore.
Sono l'eco di un tempo in cui il mistero abitava le case, quando l'inspiegabile faceva parte della vita quotidiana e ogni famiglia conviveva con i propri spiriti protettori. Oggi, mentre la ricerca affannosa di cambiamento ridisegna a fatica i contorni della città, ci piace immaginare che il Munaciello e la Bella 'mbriana continuino a vegliare sulle tradizioni partenopee, testimoni silenziosi di una Napoli eterna che forse nessuna accelerazione che non sia rispettosa delle radicipotrà mai cancellare del tutto.
Essi rappresentano l'anima segreta di una città che riesce, nonostante tutto, a mantiene intatta la sua capacità di incantare e stupire, di nascondere tesori nelle sue viscere e di alimentare leggende che attraversano i secoli senza perdere il loro fascino immortale.
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