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Napoli, parco Mascagna: la fontana è già nel degrado

Senza un'idonea manutenzione costante

Napoli, parco Mascagna: la fontana è già nel degrado

Come era prevedibile e ampiamente previsto, senza un'idonea manutenzione costante, la fontana posta all'interno nel parco Mascagna, nei pressi dell'ingresso su via Ruoppolo, fiore all'occhiello dei recenti lavori di riqualificazione del parco comunale, dopo poco più di quattro mesi dalla riapertura, avvenuta il 1° febbraio scorso, alla presenza del sindaco e dell'assessore al ramo, si è di nuovo fermata. In questi giorni, sotto un sole cocente, con temperature estive e con tante persone presenti, tra le quali molti bambini accompagnati ma anche numerose persone anziane, all'interno della vasca non si osserva neppure una goccia d'acqua con alcuni rifiuti abbandonati.

Dalle notizie attinte dai presenti pare che il fermo risale a settimane addietro senza che si sia ancora provveduto a riattivare la fontana. Non solo ma in molte aiuole già si osservano diverse zone dove non c'è neppure un filo d'erba mentre altre sono ingiallite e brulle come prima dei lavori di riqualificazione. Si tratta dell'ennesima puntata dell'eterna telenovela che, negli ultimi anni, sta caratterizzando la vita dell'unico polmone di verde pubblico attrezzato posto a confine tra i quartieri del Vomero e dell'Arenella, per il quale, nel corso dei 512 giorni di chiusura, i comitati di zona hanno condotto una vera e propria battaglia, insieme ai residenti, con petizioni, sit-in e comunicati stampa per denunciare i ritardi nell'esecuzione dei lavori, lanciando anche, sulla piattaforma change org, una petizione con la richiesta delle dimissioni dell’assessore al verde del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, con ben 843 sottoscrizioni.

Da sottolineare che i lavori di riqualificazione del parco in questione sono costati alla collettività circa 600mila euro, una parte dei quali, si parla di quasi 100mila euro, utilizzati proprio per la riattivazione della fontana, realizzata dall'azienda speciale Abc Napoli. Ma senza una manutenzione, per effettuare la quale occorrono personale e risorse economiche, usando specifici prodotti, le fontane, come dimostrano tanti altri esempi, sono destinate a fermarsi dopo breve tempo col rischio di sprecare il pubblico danaro investito.

Questa vicenda inoltre riapre le tante polemiche sollevate nel corso del lungo periodo di chiusura, dal momento che sono rimaste senza risposte alcune domande sulle quali si chiede da tempo di fare chiarezza, anche attraverso indagini da promuovere sia da parte della magistratura inquirente che di quella contabile. Domande che riguardano il lungo lasso di tempo impiegato per i lavori, iniziati, come si leggeva nel primo cartello di cantiere, solo il 20 novembre 2023, benché il parco fosse chiuso dal 7 settembre precedente, affidati all'impresa Maiba S.r.l., la quale però, dopo aver eseguito i primi interventi anche con l'abbattimento di numerosi alberi che si trovavano all'interno del parco, rinunciò a proseguire, sostituita, dopo diversi mesi, dalla ditta Tekno Green, che era risultata seconda nella gara d'appalto.

Inoltre la durata dei lavori indicata in origine era di 120 giorni, 4 mesi, mentre il parco è rimasto chiuso ben 17 mesi, un tempo che si è dunque più che quadruplicato. Intanto restano le preoccupazioni per il futuro, anche alla luce di pregresse esperienze, che riguardano pure altri parchi comunali, legate sia alla manutenzione sia alla sicurezza. Su questi aspetti, anche alla luce di quanto si è potuto riscontrare in questi giorni, si sollecita, ancora una volta, un'azione programmatica costante e duratura da mettere in campo da parte degli uffici comunali competenti per il parco Mascagna, fermo restando che, insieme ai residenti e ai comitati di zona, si continuerà a vigilare.

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