Il solito calcio italiano che chiede la luna per buoni calciatori

Sembra essere tornati ai tempi di Benitez. Quando Rafa decise di allenare il Napoli qualche anno fa scese in campo lui per fare mercato. In Italia, infatti, c’erano richieste esorbitanti per buoni calciatori. Chiedevano la luna a De Laurentiis. A quel punto l’ex Liverpool cominciò il suo lavoro dando l’ok a Riccardo Bigon per Dries Mertens.

Poi arrivarono Callejon, Higuain, Albiol, Reina e Zapata. Poco dopo fu la volta di Koulibaly, Ghoulam e Jorginho. Per molto tempo la squadra azzurra ha campato di rendita con tutti questi elementi. Tranne l’italobrasiliano, che vestiva la maglia del Verona, il resto del gruppo storico venne acquistato all’estero.

Stessa cosa bisogna fare oggi. E non a caso l’accelerata per Noa Lang lancia un messaggio ben preciso a quelle società che alzano il prezzo dei propri elementi quando si avvicina il Napoli. Il Bologna, per esempio, vuole monetizzare oltre il previsto per cedere Ndoye e Beukema.

I felsinei pensano di fare l’affare del secolo sparando ottanta milioni per i due cartellini. Follia pura. Massimo rispetto per i diretti interessati ma ancora non hanno dimostrato nulla in carriera. Hanno conquistato una Coppa Italia ma sono rimasti fuori dalla zona Champions League.

Aurelione sta cercando di inserire delle contropartite tecniche ma in Emilia non ne vogliono sapere. Anche se Conte considera lo svizzero un profilo che può fare bene nel Napoli del futuro di certo non ci si può svenare per averlo. Noa Lang, che ha già dimostrato tanto a livello internazionale, ha un valore di 28 milioni. Niente rispetto ai quaranta voluti per l’elvetico. Si deve dare un segnale forte al mercato del Belpaese.

Anche perché in Premier ci sono calciatori molto forti che fanno la differenza con un costo molto basso. McTominay ne è un chiaro esempio. Manna spese 25 milioni per il centrocampista che è stato votato poi come il miglior giocatore della Serie A. Dunque, se si continua a tirare la corda va a finire che si spezza e poi il Bologna dovrà tenersi i suoi due gioielli evitando di incassare i soldi che servono per mettere a posto il bilancio.

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