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LETTERA DAL PALAZZO

Tra Mattarella e la Meloni c’è dissidio sul premierato

I rapporti tra i due sono stati finora ottimi. E forse è proprio questa la ragione di fondo del sostanziale buon andamento delle cose nel nostro Paese

Tra Mattarella e la Meloni c’è dissidio sul premierato

Il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni

I rapporti tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni sono stati finora ottimi. E forse è proprio questa positività del confronto tra il Capo dello Stato la presidente del Consiglio la ragione di fondo del sostanziale buon andamento delle cose nel nostro Paese.

Ora, però, tutto potrebbe cambiare perché Mattarella e la Meloni hanno diversi punti di vista. Una riforma che potrebbe mutare radicalmente la vita politica italiana. Ci riferiamo al cosiddetto premierato che ha ottenuto il primo sì del Senato. La riforma mira a rafforzare notevolmente i poteri del presidente del Consiglio introducendo la sua elezione diretta. Si tratta, come si vede, di una profonda modifica della nostra carta costituzionale.

Viene fortemente indebolita in questo modo la figura del Capo dello Stato che non si vede quale funzione potrebbe avere se il provvedimento venisse approvato. Mattarella si è sempre battuto in difesa della Costituzione tanto che c’è chi sostiene che egli sia rimasto al Quirinale proprio per evitarne lo stravolgimento.

In effetti fu proprio Mattarella a sostenere che la sua rielezione non sarebbe stata conforme al dettato costituzionale, poiché un mandato di quattordici anni non sarebbe stato in linea con lo spirito della Repubblica parlamentare. Che cosa lo ha indotto a mutare opinione?

Probabilmente il timore che l’avvento del premierato avrebbe ancor più sconvolto la Carta costituzionale. Non lo confortano i sondaggi secondo cui l’opinione pubblica vede con favore l’aumento del potere della presidente del Consiglio. Comunque Giorgia Meloni ha tenuto a far sapere che se il referendum potesse avere per lei esito negativo, a differenza di quel che fece Matteo Renzi, non rassegnerebbe le dimissioni.

Va in ogni caso tenuto presente che l’iter parlamentare del premierato, per ora approvato soltanto in prima lettura, è ancora molto lungo. Se poi la riforma, non dovesse ottenere in parlamento una maggioranza qualificata, si dovrebbe ricorrere al referendum popolare. 

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