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Il Fentanyl e l’invasione delle nuove droghe sintetiche

Gli Stati Uniti stanno subendo sul territorio nazionale la più devastante invasione di droghe sintetiche della loro storia moderna

Il Fentanyl e l’invasione delle nuove droghe sintetiche

Gli Stati Uniti stanno subendo sul territorio nazionale la più devastante invasione di droghe sintetiche della loro storia moderna. Il Fentanyl, un oppioide sintetico cinquanta volte più potente dell'eroina, ha trasformato radicalmente il panorama delle droghe illegali americane, causando un numero di vittime enorme. 

La portata di questa tragedia diventa e ancora più evidente se si considera che appena 2 milligrammi di Fentanyl - una quantità equivalente a pochi granelli di sabbia - possono causare la morte. Lo stato dellaCalifornia rappresenta un esempio paradigmatico di come le politiche antiproibizioniste delle varie amministrazioni democratiche abbiano contribuito ad alimentare questa crisi. La situazione, per esempio, è particolarmente grave nella Contea di Los Angeles, dove il fenomeno ha assunto proporzioni esponenziali.

Questo approccio californiano,“liberal” e permissivista ai limiti del paradosso nellagestione del problema droga, caratterizzato principalmente da programmi di mera riduzione del danno e da politiche di depenalizzazione, ha mostrato i suoi limiti di fronte alle caratteristiche letali del Fentanyl.

Nonostante investimenti di decine di milioni di dollari i risultati sono stati totalmente insufficienti aprevenire e contenere l'ondata di morti. Il governatore Gavin Newsom, del Partito Democratico, pur avendo firmato negli ultimi tempi leggi volte a rivisitare le precedentipene minime obbligatoriamente stabilite per alcuni reati legati alla droga, ha avuto le sue responsabilità nel consolidamento di una sorta di“compassionevole” accettazione di fatto del fenomeno, senza alcuna forma di contrasto serio: un’ambigua convivenza che si è rivelata frutto di una inadeguata ,fantasiosa e non ponderatavisione delle cose, tipica di una sinistra progressista e intellettualoide in preda a autentici vaneggiamenti ideologici.

I programmi basati sulla distribuzione di siringhe, per esempio, hanno aggravato - è facile comprenderlo - problemi come la dipendenza, il deterioramento veloce della capacità cognitiva dei tossicodipendenti, l’alterazionee il disfacimento progressivo -nel caso del Fentanyl - dei loro tessuti organici e tanto altro ancora.

Le regolamentazioni statali californiane hanno a lungo vietato il finanziamento di programmi che osasseroimporre regole come il divieto di uso di droghe o trattamenti obbligatori per la salute mentale. Durante la presidenza di Joe Biden, la crisi del Fentanyl ha raggiunto livelli senza precedenti, con le morti per overdose che hanno superato le 110.000 unità nel 2023.

L'approccio delle amministrazioni democratiche si è rivelato, insomma, totalmenteinsufficiente di fronte all'escalation del problema. Le politiche di immigrazione permissive hanno facilitato, poi,l'incremento dei flussi di Fentanyl attraverso il confine meridionale degli Usa, dove i cartelli messicani hanno intensificato la produzione della droga utilizzando “precursori chimici” forniti dalla Cina.

Questo contesto ha insomma mostrato tutti i suoi gravi limitidi fronte a una minaccia che avrebbe richiesto, invece, un approccio più deciso e articolato. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca gli Stati Uniti hanno iniziato ad adottare, finalmente, un approccio radicalmente diverso nella lotta contro il Fentanyl.

L'amministrazione Trump ha implementato una strategia aggressiva basata su sei priorità fondamentali: riduzione delle morti per overdose con focusparticolare sulla piaga del Fentanyl, lotta alla catena di approvvigionamento globale, interruzione del flusso di droghe attraverso i confini, prevenzione dell'uso di droghe, trattamenti per il recupero a lungo termine dei tossicodipendenti e innovazione nella ricerca di farmaci adeguatiper contrastare gli effetti devastanti delle droghe e di alcune di esse in particolare.

Il presidente Trump ha inoltre classificato i “cartelli”della droga come organizzazioni terroristiche e ha minacciato azioni militari contro di essi, segnando un cambio di paradigma rispetto alle amministrazioni precedenti. La minaccia di dazi pesanti a Canada, Messico e Cina ha rappresentato uno strumento economico senza precedenti per costringere questi paesi a intensificare la lotta al traffico di droga, condotta spesso in maniera discontinua e non determinata nell’ambito del controllo delle frontiere e dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti.

La nuova amministrazione ha inoltre potenziato significativamente i controlli alle frontiere, con risultati che incominciano ad essere tangibili rispetto al passato. Questo tipo di pressioni da parte degli Usa ha prodotto risposte concrete. Il Messico ha schierato diecimila militari alconfine e ha intensificato gli arresti dei membri dei cartelli, in particolare quello di Sinaloa.

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha potenziato la cooperazione con gli Stati Uniti, sequestrando migliaia di chilogrammi di Fentanyl e arrestando alcune migliaia di individui legati al narcotraffico. La Cina ha implementato nuovi controlli sui “precursori chimici” che vengono esportati negli Stati Uniti.

Il Canada ha risposto agli ultimatum americani stanziando 900 milioni di dollari per la sicurezza delle frontiere e nominando un’apposita “Autority” per coordinare gli sforzi nazionalinella lotta al Fentanyl. Sono inoltre da evidenziare gli sforzidell'amministrazione Trump per creare un fronte comune con i partner internazionali nella lotta contro il narcotraffico.

In questo contesto la condivisione di intelligence e lo sviluppo di sistemi di allerta precoce percontrastare il traffico delle nuove e sempre più pericolose sostanze letali immesse sul mercato, dovranno essere gli elementi essenziale di una nuova indifferibile strategia globale.

La posta in gioco è troppo alta e le vite umane troppo preziose, per accettare ancoracompromessi e retorica “ideologica” svincolata dall’indispensabile connubio prevenzione-repressione. La sfida del Fentanyl ci ricorda che la libertà e la sicurezza delle nazioni dipendono anche dalla loro capacità di agire con determinazione sul fronte insidioso e subdolo della lotta al narcotraffico e al business mondiale delle nuove droghe. 

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