Tutte le novità
L'opinione
09 Luglio 2025 - 09:45
A dieci anni dall’avvio della stagione amministrativa guidata da Vincenzo De Luca, il bilancio sul comparto Artigiano in Campania è impietoso. Una politica regionale in parabola discendente che ha condotto alla quasi totale cancellazione dell’artigianato come soggetto politico, sociale, economico.
Tanto osannato nei proclami quanto ignorato nei fatti, il settore è stato prima emarginato, poi svuotato, infine assorbito e neutralizzato dalla Regione in un registro delle imprese che ne ha annichilito la specificità. Il punto di partenza fu già emblematico: la soppressione delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato (CPA), previste dalla L.R. 11/1987, che garantivano un’autonomia decisionale e un autogoverno agli artigiani attraverso la presenza attiva anche di rappresentanti delle associazioni di categoria.
Queste commissioni erano un presidio di prossimità, presidiate dagli stessi Artigiani a cui si è tolto il diritto di parola e di autogovernarsi, un organismo in grado di assicurare un controllo sul rispetto delle norme e una gestione trasparente delle iscrizioni all’Albo.
Furono eliminate in nome di una falsa sburocratizzazione, che ha prodotto invece uno svuotamento istituzionale e l’affidamento cieco alla sola macchina amministrativa, eliminando la democrazia. Gli artigiani che ne facevano parte e che ricevevano un compenso di 20 euro lorde a riunione, circa 3 al mese, dovettero fare causa, poi vinta, alla Regione, che non aveva neanche voluto onorare quell’impegno di mero rimborso forfettario.
A seguire, vi fu la cancellazione della Commissione Regionale per l’Artigianato, l’unico organo in grado di armonizzare le procedure tra le cinque Camere di Commercio campane e di dirimere ricorsi e controversie senza intasare la giustizia amministrativa. Anche questa scelta è stata compiuta senza alternative, senza visione, senza ascolto, privando il sistema di un presidio di equilibrio e coerenza.
Ma il colpo più duro arrivò con l’abolizione dell’Albo Artigiani. Un colpo di spugna a un pilastro identitario: 164 professioni riconosciute, ciascuna con dignità e regole proprie, dissolti nel mare indistinto della sezione speciale del registro imprese. È stata la cancellazione di un mondo, di un patrimonio culturale, produttivo e formativo, senza alcuna valutazione d’impatto. Uno schiaffo all’articolo 45 della Costituzione, che impone la tutela e la valorizzazione dell’Artigianato.
Nel frattempo, l’Osservatorio Regionale per l’Artigianato, previsto dalla normativa e approvato dal Consiglio regionale, non è mai stato attivato. LR 15 del 7/8/14 art. 7 rafforzato con la LR 11 del 14/10/15. Una disapplicazione palese di una norma ancora vigente, a dimostrazione dell’inerzia e dell’indifferenza politica verso un comparto che in Campania conta circa 80mila imprese e oltre 220mila addetti.
Sul fronte delle politiche attive, poi, il silenzio è assordante: in dieci anni sono state stanziate alle botteghe-scuola, esigui fondi tanto da non farle funzionare strumenti fondamentali per il ricambio generazionale e per la trasmissione dei mestieri. La Regione Campania ha preferito invece la creazione degli ITS Accademy gestiti per lo più da Università, istituti scolastici, enti formativi, con scarsi risultati occupazionali.
Solo uno o due bandi, mal calibrati, sono stati dedicati all’artigianato in questi dieci anni, rilegato al solo artistico e religioso, che rappresenta una percentuale residuale del tessuto produttivo che invece necessita di aiuti. La formazione, infine, è diventata una parodia del modello “duale”: corsi per acconciatori ed estetiste gestiti da enti formativi privi di laboratori veri, corsi per sartorie artigianali “insegnate” in aule scolastiche teoriche, spesso in sinergia con imprese industriali estranee al vero mondo artigiano.
Il contatto diretto tra maestro e apprendista, cuore dell’identità artigiana, è stato quindi spezzato. In questo desolante scenario, Casartigiani confida in una nuova governance, che abbia il coraggio di ricostruire dalle macerie, restituendo dignità, credibilità e protagonismo a un comparto che non ha mai chiesto assistenza, ma solo rispetto e possibilità di esprimersi. L’Artigianato ha retto con le proprie forze, spesso in solitudine, ma può ancora essere motore di occupazione, identità e innovazione.
Serve però una politica che lo riconosca come soggetto e non come folklore, come economia viva e non come orpello delle brochure turistiche. È tempo di voltare pagina, perché un Artigianato senza istituzioni è un artigianato destinato a scomparire. E con esso, potrebbe scomparire anche una parte irripetibile della nostra Campania.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
* Segretario Casartigiani Napoli
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo