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LETTERA AI LETTORI
16 Luglio 2025 - 09:00
Jannik Sinner
Cari amici lettori, ci siamo lasciati la settimana con il declino del calcio italiano per effetto dell’eccessivo impiego di giocatori stranieri e riprendiamo il discorso a un livello non solo geograficamente più ampio. L’evento calcistico più importante della settimana è stato la finale del “campionato mondiale per club”, già giocato l’anno scorso in edizione ridotta, ma in realtà inaugurato quest’anno. Nel 2024, infatti, parteciparono sei squadre, una per ciascun continente, e vinse il Real Madrid. Nel 2025 hanno partecipato invece trentadue squadre e ha vinto il Chelsea, battendo in finale il Paris Saint Germain.
Una nuova grande manifestazione, dunque, che ha notevolmente aumentato il già enorme affollamento del calendario internazionale. Molti hanno contestato questo effetto, perché ormai la quantità delle partite sarebbe stressante per i giocatori. Una critica poco rilevante, perché ormai il calcio non è più uno sport, bensì un’industria dello spettacolo: i calciatori (mi era sfuggito il lapsus calciattori, che a ben riflettere non è poi un termine veramente sbagliato) non possono lamentarsi, perché ogni minuto del loro lavoro è compensato ben più che abbondantemente, mentre gli incassi delle squadre, che sono ciò che conta, si sono largamente giovati dell’immenso successo di pubblico.
Ha vinto il Chelsea, dunque: devo confessare che il mio tifo ne è rimasto largamente soddisfatto, poiché mi sarebbe dispiaciuta una vittoria del Psg. In verità, io non sono più favorevole all’Inghilterra che alla Francia, ma in realtà le due squadre (come alcune di quelle italiane) non sono più europee: il Chelsea, infatti, appartiene al capitale statunitense, mentre il Psg è proprietà degli arabi musulmani. Come voi sapete, per quella parte dell’umanità, che considero nemica della nostra, io non ho simpatia. Ben diverso il caso del tennis che, pur muovendo fior di milioni, è rimasto uno sport, nel quale conta ancora l’essere umano.
Sono quindi, come tutti gli italiani, entusiasta della vittoria di Sinner su Alcaraz, che ha portato in Italia per la prima volta un trofeo importantissimo, quello di Wimbledon. Ho letto da qualche parte che in realtà Alcaraz, bruno e di razza neolatina, sarebbe più vicino a noi del biondo altoatesino di origine germanica. Il discorso non mi ha convinto neanche un poco perché io sono orgogliosamente napoletano (e, quindi, italiano), non razzista.
Gli altoatesini di lingua germanica sono italiani come gli altri, mica come gli ucraini di lingua russa, che debbono rinunziare alla loro vera essenza, pena le stragi e i bombardamenti. Nemmeno hanno alcunché in comune con gli islamici, che ci accoltellano e violentano le nostre donne senza motivo (dal che si ricava ovviamente che ci odiano e sono nostri nemici, come la storia conferma abbondantemente). Pertanto non ho nulla contro Alcaraz, che è molto bravo, quasi quanto Sinner, (la partita mi è molto piaciuta, anche se il tennis non è spettacolare come il calcio) e anche simpatico. Ma Sinner porta la nostra bandiera e la porta con orgoglio. Perciò è il nostro campione, il mio campione. E ne vado orgoglioso.
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