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Alt e Pavignano, esempi di amori col beneficio dell’immortalità

Ci sono legami che, per quanto brevi, separano le strade che percorriamo nella vita

Alt e Pavignano, esempi di amori col beneficio dell’immortalità

Ormai è chiaro anche ai più: mi piace scrivere d'amore, tra i sentimenti umani forse il più nobile, decisivo e duraturo. Lo spunto di questa settimana per ritornare col cuore nello zucchero me lo ha dato una recentissima intervista rilasciata a Repubblica da Carol Alt, una delle tante splendide icone regolarmente coniugate al femminile dell'epoca del berlusconismo. Ma detta così la cosa è decisamente riduttiva: una donna partita dalla bellezza (almeno in Italia) e finita nel lavoro, l'intelligenza e la sensibilità. Nel pezzo in questione la "supermodella, attrice e scrittrice statunitense" ha parlato del suo grande amore per il pilota brasiliano di Formula 1 Ayrton Senna e di quel 1 maggio del 1994, quando lo stesso perse la vita al Gran Premio di San Marino a Imola.

“Ricordo tutto" ha esodito parlando di quel giorno "È difficile parlare di una persona che non c’è più, perché resta solo la mia interpretazione, la mia emozione, la mia storia. Lui non è qui per raccontare la sua versione". Una versione da lei resa pubblica tra il ricordo di fatti non tutti legati a quell'evento e a quelle emozioni. Una storia d'amore, durata quattro anni, lontano dai riflettori e dalle malelingue, e finita prima non è dato sapere quanto dall'agognata convivenza. Lei era ancora sposata col giocatore di hockey Ron Greschner (da cui si sarebbe separata due anni dopo la morte di Senna), ma già perdutamente innamorata del fuoriclasse carioca. "Non ho mai provato nulla di così forte e profondo nella vita" ha aggiunto "È stato lo spartiacque: c’è un prima e un dopo. E dopo non è mai stato più lo stesso. Ci penso ogni giorno. C’è sempre qualcosa o qualcuno che me lo ricorda: un autista che mi dice ‘Ti ho vista con Ayrton a Trastevere’, oppure a Singapore, a Montréal, in Brasile… Lui è sempre nella mia vita”.

È proprio sul fondo intimo dell'amore qui magistralmente espresso dalla Alt che vorrei poggiare brevemente e con pudore il mio sguardo. È vero, ci sono legami che, per quanto brevi, separano le strade che percorriamo nella vita, ne segnano per sempre il passo, pur non ritardandone lo slancio ovvero non mortificandone la forza propulsiva. Anzi. Un po' come accaduto anche ad Anna Pavignano nel suo rapporto con Massimo Troisi la quale, in una intervista di più di un anno fa, ha rivelato come la loro decisione di essere "una coppia aperta" non l'avesse esclusa del dolore della loro separazione né dal perdurare di quella passione una volta conclusa.

È proprio questo il punto che vorrei portare alla luce di uno stato d'animo complesso e mutacico come l'amore: si muove dentro chiaroscuri che non hanno niente a che fare con la profondità dei legami istituiti né tantomeno con la durata delle sue relazioni, eppure può godere di una luce talmente intensa da lasciarci attoniti e incompleti se poi non lo riproviamo più allo stesso, identico modo.

È quello che è accaduto alla Alt e alla Pavignano che, unite pur brevemente a due uomini diversi e comunque straordinari, hanno ricavato da quelle esperienze un tratto di personalità rimasto così caratterizzante e immutabile da apparire oggi il seme più fecondo del loro intero essere. E questo perché a volerlo dire fuor di metafora alcuni rarissimi amori godono del beneficio di una immortalità solo apparentemente terrena.

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