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L'intervento
23 Luglio 2025 - 09:34
I recenti dati sull’assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore rilanciano la questione, mai sopita, della discriminazione tariffaria a livello territoriale. La periodica indagine dell’Ivass sul costo della Rca, infatti, riferisce che gli importi delle polizze sono aumentati in Italia, su base annua, del 4,1%.
Gli incrementi registrati in Campania e a Napoli sono stati, rispettivamente, del 4 e del 3,9 per cento. In sostanza, in linea con l’andamento nazionale, con la conseguenza che nulla è cambiato rispetto al passato: nel territorio partenopeo le tariffe continuano ad essere le più care d’Italia visto che una polizza per la responsabilità civile auto si paga mediamente 592,5 euro, ovvero il 44,5% in piùrispetto ai 410 corrisposti a livello nazionale.
Non solo, ma c’è un altro aspetto inquietante che contribuisce ad alterare l’equilibrio del mercato assicurativo, reso noto dall’Ania nella consueta relazione annuale sull’attività assicurativa delle compagnie che operano in Italia: l’aumento delle vetture prive della copertura Rca. L’evasione di questo obbligo di legge è salita al 6,1% nel 2024 con un trend in costante aumento dal 2021(quando tale percentuale si attestava al 5,2%) ad oggi.
La stima, in altri termini, riguarda 2,9 milioni di autovetture con una concentrazione più elevata al Sud e, in particolare, a Napoli, ovvero nelle aree dove, appunto, le tariffe sono più proibitive. Nel Mezzogiorno, infatti, la percentuale di auto senza assicurazione è dell’8,1%, al Centro è pressoché nella media (6,3%), mentre al Nord è più bassa (4,9%).
A Napoli si stima che una vettura su sette sia priva di copertura assicurativa. Tuttavia, in termini assoluti, il fenomeno sembra peggiorare, principalmente, al Settentrione dove, in due anni, si contano oltre 300mila veicoli non assicurati in più a dimostrazione che, in questo settore, la questione tariffaria si sta estendendo oltre i confini meridionali.
Evidentemente, occorre intervenire urgentemente con una generale riforma del settore volta a premiare, realmente, chi non commette incidenti, indipendentemente dalla sua residenza, e a facilitare le attività di contrasto agli illeciti. Stanare gli evasori, infatti, non rappresenta soltanto un atto per affermare la legalità, ma anche un fondamentale contributo al riequilibrio tariffario.
Infatti, se tutti i cittadini motorizzati fossero in regola con l’obbligo assicurativo le compagnie potrebbero offrire polizze Rca con premi più bassi a vantaggio di tutti. Per quanto comprensibili possano essere, in taluni casi, le motivazioni alla base di questa violazione di legge - vale a dire la precarietà delle condizioni economiche familiari unita all’esosità delle tariffe RCA per l’uso dell’auto di cui non si può fare a meno, stante le inefficienze del trasporto pubblico - tali condotte restano, comunque, inaccettabili.
In gioco, non è solo una questione di principio, di legalità e giustizia, ma proprio l’equo funzionamento del mercato assicurativo nel suo complesso che finisce col danneggiare i cittadini onesti su cui vanno a ricadere anche i costi dei sinistri riconducibili ai veicoli non assicurati. In tali circostanze, infatti, l’indennizzo è coperto dal Fondo di garanzia vittime della strada che viene finanziato, nella misura del 2,50% del costo delle polizze Rc Auto, da tutti gli assicurati. In altri termini, chi evade la Rca non danneggia le assicurazioni, ma i contribuenti.
Né si può pretendere di abolire l’obbligo assicurativo perché ha un fondamento indiscutibile: tutelare sia i danneggiati che gli stessi responsabili di un sinistro, altrimenti costretti a risarcire di tasca propria. Ed allora bisogna migliorare i controlli avvalendosi realmente delle possibilità fornite dalla legge di utilizzare anche dispositivi atti a rilevare da remoto questa tipologia di illecito.
Purtroppo, ad oggi non è ancora possibile dare seguito a questa disposizione poiché non è stata ancora emanata la normativa che definisce le caratteristiche di tali sistemi di rilevamento a distanza e le modalità di attuazione del sistema. Eppure, questa modalità, insieme al controllo incrociato preventivo degli archivi dell’Ivass, dell’Ania, del Pra e della Motorizzazione, permetterebbe di effettuare in modo automatico e veloce un numero ben maggiore di verifiche rispetto alle attuali, contribuendo a ridurre in modo più incisivo le frodi di coloro che viaggiano privi di assicurazione obbligatoria.
La Rc Auto è una importante garanzia per sé e per gli altri, in caso di incidente, ma con il trascorrere degli anni, a causa anche dei cospicui aumenti tariffari, è sempre più percepita e assimilata dai cittadini ad una sorta di tassa, finendo col generare effetti collaterali divenuti, oggi, patologici e insostenibili. Recuperare credibilità e, soprattutto, garantire equità e giustizia al mercato dovrebbe essere un obiettivo prioritario, ma l’attuale legislatura intende realmente perseguirlo?
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