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LETTERA AL DIRETTORE

Regionali: Fico favorito, Cirielli tra sfida e rischio

La ritrovata “unità” nel “cartello elettorale” della Sinistra non dà spazio a nessun’altra ipotesi di diversa vittoria

Regionali: Fico favorito, Cirielli tra sfida e rischio

Roberto Fico

Gentile Direttore, credo che sia ormai acclarata la candidatura del già Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, a Presidente della nostra Regione. Devo dire che il responsabile dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha messo a segno un formidabile colpo nel momento in cui ha convinto il riottoso attuale Governatore della Campania a rimanere nella coalizione del Centrosinistra, ribattezzata “campo largo”, dopo l’alleanza con i pentastellati al Comune di Napoli che fece stravincere l’attuale sindaco, ex Rettore della “Federico II” ed oggi anche Presidente della Conferenza Nazionale dei Sindaci, l’ingegner Gaetano Manfredi.

La ritrovata “unità” nel “cartello elettorale” della Sinistra non dà spazio a nessun’altra ipotesi di diversa vittoria. Si potrà ipotizzare solo la percentuale con la quale il “campo largo” vincerà, non certamente la sconfitta. Anche il cosiddetto “voto disgiunto”, che permette all’elettore di votare per un candidato di una lista diversa da quella collegata al Presidente, non porterà alla differenza sufficiente per sperare in una vittoria del candidato Presidente del Centrodestra, pur con una minoranza di voti della coalizione cui è collegato.

Credo che si assisterà a uno “scarto” di voti tra il candidato Presidente Fico e la somma dei voti dei partiti che lo sostengono, con una “forbice” abbastanza larga, ma non tale da mettere in discussione la sicura elezione dell’ex Presidente della Camera. Lo sanno bene quelli del Centrodestra, che negli ultimi giorni hanno frenato sulla “sanguinosa” lotta di chi dovesse essere il candidato Presidente.

Lo reclamavano tutti i partiti, facendo i nomi dei rispettivi “calibro da 90”, con l’autoesclusione, nelle ultime settimane, del responsabile regionale di F.I., che correttamente non ha più insistito sul suo nome dopo gli accadimenti — i cui sviluppi sono ancora in essere — nell’Europarlamento, dove la magistratura belga sta indagando.

A una lotta che, per chi ha memoria e segue le vicende politiche della nostra Regione, era diventata quasi “fratricida” all’interno delle stesse formazioni Destracentro, si è sostituito un consenso quasi unanime: il prossimo candidato a Presidente della Campania sarà (forse) l’on. Edmondo Cirielli, oggi vice ministro degli Esteri. E ti credo!

Dopo la quasi ufficializzazione del Governatore De Luca di far parte, con i suoi numerosi sostenitori e la macchina organizzativa e di consensi messa in atto in 10 anni di presidenza della coalizione di Centrosinistra, chi volete che si “immoli” sull’“altare” della sicura sconfitta? Così, il bravo ex consigliere regionale (è stato mio collega della VII Consiliatura) tornerà sui banchi del Centro Direzionale, abbandonerebbe l’attuale carica di vice ministro, cioè di un Dicastero importantissimo qual è quello degli Esteri?

La legge elettorale regionale, infatti, prevede la riserva di un posto all’interno del Consiglio per il candidato a Presidente non eletto nella coalizione perdente che ha preso, però, più voti rispetto ad altre, sempre minoritarie. Com’è strana, ma anche “affascinante”, la politica: fino a un mese fa c’era la lotta nei partiti del Centrodestra per la candidatura a Presidente della Regione.

Come ho già detto, se sfogliate i giornali dell’epoca o andate sui tanti canali dei social, molte volte sono volate parole grosse in merito, soprattutto alle motivazioni delle auto-candidature. Oggi, improvvisamente, si è trovata “la quadra” sul nome del vice ministro Cirielli, che avrà molta difficoltà a rinunciare, perché l’autoesclusione o una qualsiasi motivazione per non essere candidato equivale ad ammissione di sicura sconfitta “ante litteram”.

Niente di paragonabile, comunque, rispetto al “ritrovato accordo” tra il Presidente De Luca e la Sinistra di Schlein, Frantoianni, Bonelli e compagnia. Se, com’è ormai certo, la “quadra” è stata trovata grazie all’incontro “culinario” (si sa che a tavola si fanno i migliori accordi) tra De Luca e Conte, al “nostro” Governatore bisognerà ricordare a chi si riferiva quando parlava degli “imbecilli romani” o appellava con poco garbo morale e istituzionale “chiattona” una sua avversaria all’interno del Consiglio, che a novembre troverà “alleata” della stessa coalizione, “allargata”.

E poi ci si cosparge il capo di cenere se il 35% degli elettori non va a votare. Eppure, ci vorrebbe veramente poco per recuperare la fiducia di almeno un terzo dei cittadini: basterebbero più dignità politica, più coerenza e più onestà intellettuale. 

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