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L'opinione
27 Luglio 2025 - 15:27
Ci sono persone che si attendono dai politici dei miracoli, ad esempio dare una bella sforbiciata alle tasse e aumentare nello stesso tempo i servizi pubblici, dalla scuola ai trasporti alla sanità.
Ma la maggior parte dei cittadini ha un approccio più ragionevole ed equilibrato e, dunque, se il fenomeno dell’astensionismo è da decenni in crescita, non dipende dalle aspettative eccessive, nei confronti dei propri rappresentanti, da parte di chi è chiamato a votare. A invertire la tendenza contribuirebbe, probabilmente, un linguaggio più franco e trasparente.
A volte, i problemi sono così complessi da non potersi risolvere ‘nel cortile di casa nostra’, ma, in quel caso, sarebbe meglio ammetterlo, piuttosto che rispondere depistando e sviando chi ascolta.
Resto sbalordita, ad esempio, per la ripetitività con cui alcuni politici, alla domanda su come porsi di fronte all’aumento esponenziale dei dazi realizzato o minacciato da Trump, reagiscono ricordando i tanti vincoli che l’Unione Europea pone alle imprese dei propri Stati membri, con il Green Deal e in genere con le normative iper-burocratiche.
Non perché non si debba cambiare incisivamente le strategie di Bruxelles, ma perché questo non risolverebbe la questione dei rapporti con gli States, l’alleato storico che il vecchio continente si ritrova, quasi d’improvviso, nei panni di un avversario dai toni sprezzanti e dalle decisioni oggettivamente dannose per l’economia.
Si tratta, insomma, di questioni diverse, anche se è chiaro che, come chiarito proprio su queste pagine, eliminando gli ‘autodazi’ potremmo reggere meglio all’urto provocato alle nostre esportazioni dalle politiche protezionistiche americane. Ancora più paradossale è la statistica sui flussi dell’immigrazione.
Al linguaggio di maggiore disponibilità ostentato dal centrosinistra, corrispondono i 48 mila ingressi del governo Letta, i 14 mila di Renzi e i 31 mila di Gentiloni. Al rigore e alla maggiore preoccupazione espressa dal centrodestra verso l’intensificarsi del fenomeno, fa seguito un provvedimento del governo Meloni, peraltro giusto e opportuno, che programma 500 mila nuovi ingressi, di cui 164 mila nel 2026.
Si sa, una cosa è l’immigrazione programmata, altra quella clandestina. Ma forse i leader di destra e sinistra, magari per una volta congiuntamente, farebbero bene a spiegare agli italiani perché dei lavoratori stranieri non possiamo fare a meno: siamo un Paese in costante decremento demografico e c’è il rischio in prospettiva di una forte decrescita del nostro Pil. Basta parlare con chiarezza. I cittadini capiranno.
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