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Trasporto pubblico locale, efficienza e “campo largo”

L'Amministrazione comunale di Napoli, con l’approssimarsi delle elezioni, ha deciso di riequilibrarsi con la Regione mettendo in campo, a ritmi serrati, un’azione di affossamento definitivo del tpl cittadino

Trasporto pubblico locale, efficienza e “campo largo”

I giornali sono pieni di annunci sulla riproposizione del “campo largo”, quel cartello elettorale spacciato per progetto politico che le sinistre, dopo Napoli, vogliono presentare anche alle prossime elezioni regionali in Campania. Ma quali sono le credenziali con le quali “lor signori” si avviano al voto?

Se, sul tema dei servizi ai cittadini, si potesse serenamente scherzare, verrebbe da dire che la gara in atto fra le varie anime di quella coalizione punta per prima cosa all’allineamento ai disastri! E partiamo proprio dal tema del trasporto pubblico locale, dove, per anni, la Regione Campania ha collezionato un’impressionante serie di guai.

Ebbene, l’Amministrazione comunale di Napoli, con l’approssimarsi delle elezioni, ha deciso di riequilibrarsi con la Regione mettendo in campo, a ritmi serrati, un’azione di affossamento definitivo del tpl cittadino. Ormai non è infrequente che anche in città, sul modello della Circumvesuviana, si dia per esempio vita alle ormai famose “escursioni sui binari”, simpatiche passeggiate cui pendolari e turisti sono costretti da avarie del treno della Metro per raggiungere a piedi la fermata successiva.

Ma il Comune ha voluto fare anche di meglio, almeno in termini di originalità. E così, con un ulteriore scatto verso il caos e verso la negazione di un diritto sacrosanto e fondamentale come la mobilità, ecco la mossa che ha letteralmente tagliato in due la città, escludendo di fatto il quadrante nord e i suoi abitanti dai collegamenti su ferro.

Dalla fine di giugno e per i prossimi 3 mesi (ma non si escludono proroghe), i pendolari - per la maggior parte lavoratori e studenti - fanno i conti con la chiusura delle stazioni Piscinola, Chiaiano e Frullone della Linea 1 della metropolitana che, in media, accolgono 12mila persone al giorno! Una sospensione che, a detta dell’Anm, era indispensabile perché la notte è dedicata al riposo - si sa - e quindi i lavori devono essere effettuati per forza di giorno.

Vallo a spiegare a chi, senza alternative al mezzo pubblico, deve comunque raggiungere il proprio posto di lavoro ogni mattina, a chi deve andare all’Università, o a chi, da quella area di Napoli e dai centri limitrofi della provincia, deve spostarsi per raggiungere un ospedale o un ente. Vallo a dire a tutti quelli che, dopo aver affrontato il “viaggio della speranza” mattutina - il servizio minimo è dalle 6 alle 8 in direzione Piscinola-Centro Direzionale - deve poi tornare a casa e, se vuole utilizzare la metropolitana, può farlo solo dalle 21,30 alle 23,30.

Qualcuno potrebbe dire: ci sono sempre i bus. Quel qualcuno evidentemente non vi ha mai viaggiato perché, a parte le condizioni di viaggio (che non hanno niente da invidiare a certe tratte dell’India), tra ritardi, ressa, traffico, disponibilità effettiva dei mezzi e imprevisti vari, alla tradizionale tempistica - che ha tempi di percorrenza pari a quelli del… “a dorso di mulo” - ora si deve assommare un’altra oretta buona.

I buontemponi dell’Anm, peraltro, hanno pensato che, per non guastare il buonumore ai propri utenti, non fosse il caso di anticipare “troppo” l’informativa e quindi i viaggiatori sono stati avvisati appena qualche giorno prima dell’inizio dei lavori: fulgido esempio della totale mancanza di rispetto verso il cittadino, cui evidentemente si ritiene superfluo fornire pure una semplice spiegazione e i cui disagi - in fondo la loro stessa qualità di vita - non rientrano evidentemente nello specchio d’interessi degli inquilini di Palazzo San Giacomo.

Ma non è finita qui. Sempre per uniformarsi agli standard dell’azienda regionale del trasporto pubblico, Anm ha pensato bene di ridurre ancora - e ovviamente contestualmente - le corse: sia la Linea 1 della Metro che la Funicolare di Chiaia, per quasi tutto il mese di agosto, non osserveranno più orario “notturno” nel fine settimana. Infine, sempre per omogeneità di (dis)servizio, hanno fermato per (almeno) 34 giorni l’impianto di Mergellina.

In definitiva, una (il)logica di amministrazione che non soltanto “regala” ai cittadini la percezione di essere soli anche da questo punto di vista, ma che indubbiamente offre anche ai turisti un meraviglioso biglietto da visita e una guida gratuita al “come non si deve amministrare una città”, per giunta meta di tantissimi visitatori anche nel mese di agosto. Tornando seri, è evidente che siamo di fronte ad un chiaro scollamento dalla realtà, alla mancanza assoluta di programmazione e di capacità gestionale e - lo ribadisco - all’indifferenza verso i bisogni della collettività, tratti distintivi di tutte le amministrazioni di sinistra che da oltre 30 anni si avvicendano alla guida di Napoli, decenni e decenni in cui nulla è cambiato se non in peggio.

Ecco perché si deve riflettere - e deve interessare a chi tra qualche mese si recherà alle urne in Campania - sul fatto che Pd e M5S, con la riedizione del “campo largo”, propongono per la Regione, con la stessa regia sostanziale (visto il ruolo a dir poco centrale che gioca il sindaco di Napoli in questa partita), lo stesso modello che a Napoli - è sotto gli occhi di tutti - si distingue esclusivamente per immobilismo, inefficienza, per ipocrisia e soprattutto per un’idea di politica che si realizza soltanto nell’attaccamento alla poltrona.

È evidente che la Campania e i campani, dopo i 10 anni della peggiore Amministrazione regionale della storia, non possono correre il rischio di finire di nuovo nelle mani della sinistra che, dietro finti litigi e veri compromessi, in fondo prova a riproporre, con altra “faccia” (quella del “fico secco”, come lo chiamavano proprio i suoi nuovi amici del Pd fino a poco tempo fa), il sistema di De Luca & co., di coloro insomma che la nostra regione l’hanno affossata.

Io però sono certo che i cittadini sono consapevoli del bluff e non si faranno prendere nuovamente in giro: lo hanno imparato sulla loro pelle - subendo la sistematica negazione di servizi e di diritti - come funziona questa “politica”. Hanno compreso che l’unica strada da percorrere per voltare finalmente pagina e ricostruire dalle fondamenta la nostra regione, restituendole dignità e prospettive di rilancio, è scegliere chi intende mettere al primo posto il benessere della collettività e lo fa con i fatti, perché le parole, come si dice dalle nostre parti, se le porta il vento.

E sono orgoglioso di far parte della squadra di donne e uomini del centrodestra che, su spinta fondamentale della Lega e del nostro leader Matteo Salvini, lavora da tempo e senza risparmiarsi per tornare alla guida di Palazzo Santa Lucia. Quando, tra qualche mese, governeremo la Campania e attueremo i 5 Piani che cambieranno completamente e in meglio il volto della nostra regione, dimostreremo insomma che un altro corso è possibile.

Ancora pochi mesi di pazienza, poi ci lasceremo definitivamente alle spalle il capitolo dei disastri delle sinistre e potremo inaugurare la stagione di chi guarda avanti, di chi guarda a un futuro fatto di servizi, diritti e opportunità, autentica precondizione per la reale rinascita del Nostro Posto.

*Capogruppo Lega nel Consiglio regionale della Campania

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