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Napoli, prezzi in salita: attenti a non fare autogol

L’ultima recentissima rilevazione Istat sul costo della vita conferma una anomalia partenopea

Napoli, prezzi in salita: attenti a non fare autogol

L’ultima recentissima rilevazione Istat sul costo della vita conferma una anomalia partenopea. A fine luglio, tra le metropoli italiane, Napoli è quella dove i prezzi...salgono di più: 2,3% su base tendenziale annua, contro l'1,7% di Roma e l'1,2% di Milano.

Gli aumenti riguardano beni di consumo di massa: dal caffè alla frutta e verdura, ai beni per la casa. Si tratta di un andamento apparentemente inspiegabile, se non a causa di manovre speculative. Non sussistono ragioni per le quali a Napoli il costo della vita debba lievitare in maniera così vistosa più che in altre aree del Paese.

I costi dell’energia, gli aumenti delle materie prime, dei trasporti, l’incidenza del clima toccano Napoli come le altre grandi città italiane e non spiegano quindi perché la città si discosti tanto dalla media nazionale (+1,7%). A scontare le maggiori conseguenze, naturalmente, sono le famiglie residenti dei ceti medio piccoli, di fatto costrette a pagare una tassa inflattiva che, soltanto per l’alimentazione (stime Assoutenti), vale ben oltre i trecento euro annui.

È bene che questo fenomeno negativo siarresti, che gli operatori commerciali, coloro che si sono comportati con spregiudicatezza, si decidano a condotte più responsabili, evitando di tagliare altrimenti i rami dell'albero su cui sono seduti.

Va ricordato che il boom del turismo a Napoli nasce certamente dalla valorizzazione di bellezze paesaggistiche incomparabili, da un patrimonio storico artistico culturale che ha pochi rivali nel mondo, dal miglioramento della gestione del territorio e dei servizi pubblici, percorso peraltro che richiede ancora tanto lavoro da fare.

Ma, tra le attrattive del capoluogo partenopeo, vi è stata senza dubbio anche l'offerta di cibo e di altri beni fondamentali, con costi contenuti per i visitatori. Se questo aspetto, che ha sicuramente fatto la differenza (basta leggere i post dei social per capirlo) viene meno, allineando o anche solo avvicinando i prezzi a quelli di città più ricche, il rischio di una inversione di tendenza può trasformarsi in realtà.

In quel caso, il danno sarà pagato inevitabilmente anche da chi registrerà meno clienti e meno incassi. Gli indicatori di pil e reddito pro capite di Napoli sono ancora lontanissimi da quelli delle grandi città del Nord. Pensare di rincorrerne prezzi e tariffe significa essere miopi e mettere in discussione una ripresa economica in una fase ancora iniziale e da consolidare. Sarebbe un clamoroso autogol.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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