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CARTE DA VIAGGIO
19 Agosto 2025 - 10:16
I beni superstiti della storica Fonderia Chiurazzi sono stati acquisiti dal Parco archeologico di Pompei
Ci sono firme napoletane che restano scolpite nella storia dell’arte mondiale. Realtà che, attraverso il loro estro, hanno trasmesso la raffinatezza dei reperti archeologici di Ercolano e Pompei, andando perfino oltre questo steccato. Sono le grandi fonderie napoletane che hanno avuto, dopo la seconda metà dell’ ‘800, attraverso nomi come Giorgio Sommer e Gennaro Chiurazzi, la possibilità di affermarsi a livello internazionale.
Erano tempi eroici. Si stavano sviluppando i primi ritrovamenti. C’era un’ ansia di conoscenza nuova. Per i manufatti antichi cresceva costantemente l’interesse. Musei europei e americani, collezionisti privati, grandi artisti del XIX secolo commissionavano costantemente repliche. Nascevano dovunque altre fonderie.
Chiurazzi ebbe come prima sede l’ Albergo dei Poveri, attraverso locali messi a disposizione dall’amministrazione comunale. La perfezione delle sue riproduzioni in bronzo mostròsubito il suo valore assoluto. Gli Stati Uniti lo celebrarono come un eroe. Medaglia d’oro nelle esposizioni di New Orleans (1884) e Saint Louis (1904), nuove commissioni all’estero, visite da parte di teste coronate italiane e straniere. Alla morte di Gennaro Chiurazzi, nel 1906, gli subentrarono i figli, Federico e Salvatore.
La fonderia fu spostata ai Ponti Rossi, l’attività si allargò ai marmi e alle ceramiche. Nacque anche, nel 1925, a Roma, una seconda fonderia che seguì, in particolare, la fusione della quadriga di Carlo Fontana, inserita poi nell’ Altare della Patria. Committenze prestigiose come, tra le altre, le repliche della Villa dei Papiri richieste direttamente dal Paul Getty Museum di Los Angeles, i busti commemorativi di Castelcapuano, la scultura ai Caduti di Arturo Martini nel Palazzo delle Poste a Napoli, la statua di Garibaldi che domina la piazza della nostra Ferrovia dal 1904.
Fino ai tempi moderni, quando nel 2002 la fonderia Chiurazzi venne rilevata dal professor Clemente Setaro e trasferita a Calvizzano. Nel Metro dell’arte, troverete ancor oggi, nel sottopasso della stazione Museo, il Lacoonte in bronzo, capolavoro assoluto della statuaria antica che, pur essendo una replica del marmo presente ai Musei Vaticani, rimanda direttamente all’ originale del modello bronzeo greco.
Fu Gaetano Bonelli, allora responsabile per le relazioni esterne della Fonderia Chiurazzi, a costruire questo straordinario evento. Storie che si intrecciano e si tramandano ancora attraverso memorie che ripropongono Napoli al centro del mondo. La città dei primati ha ancora molte cose da dire.
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