Cerca

IL NOSTRO POSTO

La tragedia dei campi rom, le responsabilità della sinistra

Tanti gli insediamenti noti che si trovano sul territorio metropolitano partenopeo

La tragedia dei campi rom, le responsabilità della sinistra

I tragici fatti di Milano, dove quattro ragazzini rom (il più grande ha appena tredici anni) a bordo di un’auto rubata hanno investito e ucciso Cecilia De Astis, una 71enne che stava passeggiando in via Saponaro, hanno riacceso i riflettori su una emergenza nazionale che non risparmia certo la Campania e, in particolare, Napoli. 

Tanti gli insediamenti noti che si trovano sul territorio metropolitano partenopeo: Secondigliano, via del Riposo nella zona di Capodichino, Cupa Perillo a Scampia. Invece nella provincia nord si trovano quelli di Afragola, Casoria, Caivano e i due campi di Giugliano. Altri siti, totalmente irregolari, insistono infine nell’area di Gianturco.

Poi, nel salernitano in particolare, ci sono molte aree di insediamento ugualmente censite e non. Parliamo di migliaia di persone - ma effettuare un censimento preciso è sostanzialmente un’impresa - che vivono in baraccopoli dove vigono regole completamente diverse rispetto a quelle dello Stato italiano: comunità aggregate confusamente le cui uniche costanti si chiamano degrado, abbandono e illegalità.

Per comprendere il volume delle attività illecite svolte dagli occupanti di questi insediamenti basta guardare i numeri delle operazioni portate a termine dalle forze dell’ordine negli ultimi mesi: decine tra arresti e denunce con sequestri di armi e di vetture di dubbia provenienza. Insieme a rottami in ferro, carcasse di auto e rifiuti sversati in questi siti, poi, i carabinieri hanno rinvenuto gioielli e orologi, proventi di furti e rapine.

Nel corso di controlli ad Alto Impatto nell’insediamento che si trova lungo la Circumvallazione esterna a Secondigliano sono stati trovati perfino dei lampeggianti simili a quelli in uso alle forze dell’ordine, oltre a strumenti utilizzati per lo scasso. Questa però è solo una delle facce di una situazione esplosiva che si registra nei campi rom, i cui effetti attentano quotidianamente, oltre che alla sicurezza, all’ambiente e alla salute di tantissimi abitanti campani.

Mi riferisco in particolare alla “Terra dei fuochi” dove ci si continua ad ammalare e a morire a causa dell’inquinamento e dell’aria resa irrespirabile dai criminali che - proprio in prossimità e all’interno dei campi rom che costellano la zona - sversano illegalmente e incendiano l’immondizia essenzialmente per ricavare qualche chilo di rame da rivendere.

La tragedia si consuma sotto gli occhi (chiusi) delle amministrazioni di sinistra dell’area, complici e finto buoniste, che continuano a negare l’evidenza per poi mostrarsi sdegnate quando la tragedia di turno si è consumata o quando l’ennesimo rogo tossico è stato appiccato e i cittadini sono stati costretti a chiudersi in casa per giorni per non intossicarsi. Mi chiedo come si faccia ad essere così ipocriti!

Come si fa a non “accorgersi”, per anni interi, delle condizioni inumane in cui si lasciano sopravvivere migliaia di persone che occupano, in una condizione di completa illegalità, spazi profondamente degradati? Ma c’è qualcosa che è ancora peggiore di questa fiera dell’ipocrisia e del cinismo su di un tema così complicato come quello dei campi rom abusivi.

Ed è la sfrontata retorica che ogni volta torna a tacciare penosamente di populismo coloro che denunciano lo sfascio, provano a chiedere il ripristino della legalità e delle regole della convivenza civile, invocano la tutela della salute e il diritto dei cittadini di vivere senza la paura di essere aggrediti, coloro che, insomma, pretendono da anni un’azione concreta che parta dalle Istituzioni locali - a cominciare dalla Regione Campania - per recuperare e rilanciare intere aree, anche sotto il profilo economico, prima di tutto attraverso lo sgombero degli insediamenti abusivi, la loro bonifica e la loro restituzione alla collettività.

È questa l’unica strada da percorrere se si vuole disinnescare definitivamente queste bombe a orologeria. È questa la strada che da sempre percorrono la Lega e il vicepremier Matteo Salvini, portando avanti una linea da adottare in ogni parte del Paese: a cominciare proprio dalla Campania, dove è ancora più evidente la responsabilità della sinistra rispetto a una situazione diventata sempre più insostenibile, con una accelerazione paurosa nel corso degli ultimi dieci anni, quelli dell’Amministrazione targata De Luca e Pd.

Non si tratta di fare differenza alcuna sulla nazionalità di chi compie un reato e decide di vivere e crescere i propri figli fuori dalle leggi dello Stato, perché un criminale resta tale dovunque sia nato e da dovunque provenga, ma di pretendere il rispetto delle leggi e delle regole del vivere civile da parte di tutti. Coloro che si nascondono dietro la scusa dell’integrazione fasulla e dei percorsi assolutamente inefficaci sono parte del problema.

A ciò si aggiunga che, da anni, denunciamo l’emergenza che ci arriva dall’ascolto dei territori e che si scontra con l’immobilismo complice e con lo spreco di denaro pubblico da parte della Regione, inerte pure sotto questo versante. Attendiamo ancora di discutere in Consiglio, senza preclusioni, la nostra proposta di legge sul tema dei campi rom, una proposta che continua a giacere in un cassetto ma che - siamo certi - è in grado di risolvere questa criticità in maniera concreta.

Poco importa, però: per fortuna tra pochi mesi, archiviata la più tragica e fallimentare Amministrazione regionale che la storia della Campania ricordi, il centrodestra tornerà alla guida di Palazzo Santa Lucia e potremo finalmente adottare i provvedimenti di chiusura degli insediamenti abusivi, attuando proprio la legge che De Luca e i suoi si sono rifiutati di discutere e votare.

Lo faremo proseguendo sulla linea del buon senso tracciata dal Governo nazionale, la stessa che, su spinta fondamentale della Lega, ha prodotto il Decreto Caivano e il Decreto Sicurezza. Per quanto riguarda il primo, grazie allo straordinario impegno e al grande lavoro del ministro Giuseppe Valditara, è stata inserita una norma che punisce con forza un fenomeno particolarmente diffuso proprio nei campi rom: la violazione dell’obbligo scolastico.

I genitori che commettono questo tipo di reato oggi sono passibili di una pena fino a due anni di reclusione. Prima si poteva solo multarli con una sanzione amministrativa di poche decine di euro! Stesso discorso per ladre e borseggiatrici professioniste che hanno usato per anni gravidanze e figli piccoli per sottrarsi alla detenzione in cella o per essere ospitate in strutture familiari: con le nuove norme entrate in vigore con il Decreto Sicurezza, finalmente, finiranno nelle normali carceri.

Sono queste le prime regole che faremo rispettare anche nel Nostro Posto, per il rispetto della legalità, per restituire dignità, vivibilità e futuro ai territori e ai nostri cittadini. Avanti con il nuovo corso della Campania. 

*Capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori