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LETTERA AI LETTORI
20 Agosto 2025 - 15:29
Zelensky, Trump e Putin
Cari amici lettori, tranne il caso che una delle parti belligeranti capitoli, per por termine a una guerra occorre una trattativa. Per arrivare a una trattativa occorre parlarsi. Per potersi parlare è necessario ammettere l‘esistenza dell’altro e la possibilità che quest’altro abbia una, sia pur piccola, parte della ragione.
Nella guerra ucraina le parti sono almeno tre. Oltre la Russia e l’Ucraina, non può negarsi che l’Usa di Biden sia stata determinante per lo scoppio delle ostilità e si sia trascinata dietro, con contributi di varie dimensioni, alcune nazioni europee. Trump, già prima della sua rielezione, era manifestamente contrario al conflitto.
Nessuno ha potuto contestare l’affermazione che, se egli fosse stato al governo, la “operazione speciale” non avrebbe avuto luogo. Ora l’incontro di Anchorage fra i due leader, estremamente amichevole, ha rappresentato una novità, un passo avanti nella ricostruzione dei rapporti tra Est e Ovest che fino a non molto fa era inimmaginabile. Ma anche l’incontro con i leader europei, che ha visto ammorbidirsi i contrasti, è stato un passo avanti.
Certo, la strada da percorrere è ancora molto lunga e ha come prima tappa il prima inverosimile incontro tra Putin e Zelensky, quest’ultimo finalmente in giacca e meno spocchioso. Sembra che questa tappa sarà raggiunta fra pochi giorni. Due pretese irrinunciabili di Mosca sembra abbiano convinto quasi tutti: Kiev non entrerà nella Nato e la Crimea sarà riconosciuta come territorio russo.
Dall’altra parte l’Ucraina conserverà il sostegno occidentale attraverso l’art. 5 dello statuto atlantico e Zelensky resterà al suo posto fino alla chiusura del conflitto. Tutte cose ovvie, ma sinora non rese evidenti. Resta in campo la questione più complessa delle regioni russofone. Saranno cedute, in tutto o in parte, alla Russia, resteranno ucraine o conquisteranno una qualche indipendenza? Resta poi da stabilire chi dovrà materialmente presidiare i confini: una questione simmetrica a quella dell’amministrazione di Gaza dopo la cacciata di Hamas.
Certamente per arrivare alle conclusioni ci vorrà molto tempo e molta pazienza. La continuazione dei combattimenti, sotto questo solo aspetto, non è un fatto negativo: il desiderio che le armi tacciano (e definitivamente), potrebbe ridurre sostanzialmente le perdite di tempo.
Trump non le ama e probabilmente lo accontenteranno. Il ritorno di Trump sulla scena dovrebbe, a questo punto, essere visto con soddisfazione da tutti: come ho sempre pensato e detto, egli è un uomo di pace. Questo deve indurci a perdonare i suoi non pochi difetti. La fine della stupida guerra ucraina dovrebbe, oltretutto, indurre l’Occidente, sulla scia degli Usa, a opporre una seria resistenza alle invasioni di musulmani e cinesi. L’unico problema di difficile soluzione è l’Unione Europea, finché non sarà diretta da personaggi seri ed equilibrati.
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