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la riflessione
22 Agosto 2025 - 15:29
Dopo quarant’anni di battaglie indicibili condotte in primis dai cittadini e gli operatori commerciali del mercato rionale di Fuorigrotta, finalmente nel mese di settembre del 2007 si sbloccava un antico contenzioso con il Demanio della Regione Campania, proprietaria del suolo ove attualmente sorge il mercato della Canzanella e il Comune di Napoli, che richiedeva l’uso di un’area inutilizzata da anni, per realizzare proprio una struttura mercatale di notevoli proporzioni e dotata di ogni servizio fondamentale e necessario per un centro commerciale rionale misto (posti di vendita fissi e area scoperta per operatori commerciali ambulanti).
La realizzazione di un nuovo e attrezzato mercato era la scommessa, ma anche il sogno, che il quartiere di Fuorigrotta da anni inseguiva per poter annoverare sul proprio territorio un complesso commerciale che desse respiro al commercio, operasse una sorta di calmiere nei confronti del commercio di vicinato e, nel contempo, una opportunità di maggiore scelta dei prodotti con beneficio per la qualità e varietà delle merci.
Erano anni che il mercato del quartiere flegreo si era imposto all’attenzione dei consumatori già nelle sue sedi più antiche: da via Cumana a via Lepanto, da traversa Sebastiano Veniero a via Cerlone. Oltre 50 anni di attività ininterrotta che aveva “costruito” una immagine di mercato rionale efficace, affidabile, frequentatissimo anche da cittadini di altri quartieri. Un sicuro punto di riferimento per tutti.
Fu presa a modello una idea progettuale predisposta anni addietro dal prof. Lucio Morrica, docente di Progettazione architettonica dell’Università Federico II, che proprio sull’area regionale della Canzanella aveva compiuto uno studio per la realizzazione di un grande centro commerciale a più livelli (due piani fuori terra più area sottostante per i servizi e i parcheggi delle auto commerciali).
Una struttura modernissima dotata di servizi adeguati e per le necessità del territorio, con ampi parcheggi esterni interrati per la vasta utenza, scale mobili, sottoservizi per i frigoriferi e congelatori, impianti di separazione e smaltimento automatico dei rifiuti, aree a verde pubblico attrezzato sviluppato intorno ad una chiesetta preesistente da recuperare e, infine, impianti di pannelli fotovoltaici per il completo e autonomo fabbisogno di energia elettrica dell’area mercatale.
Purtroppo, l’idea progettuale del prof. Morrica fu sciattamente snaturata e molto ridimensionata. Da due piani, necessari per diversificare i prodotti alimentari dai capi di vestiario, calzature o prodotti per la casa, si passò a un solo livello di vendita, necessariamente promiscuo. I garage e i parcheggi interrati non furono realizzati, così come lo spazio sottostante per i silos, refrigeratori delle merci e depositi commerciali.
Gli impianti fotovoltaici che dovevano essere collocati sopra il tetto al secondo piano, furono installati lungo gli accessi all’area di vendita e non entrarono mai in servizio. Oggi sono diventati pannelli parasole per le centinaia di vetture collocate disordinatamente tutto intorno al mercato. La costruzione del mercato avvenne in maniera molto approssimativa e già da diversi anni le condizioni strutturali dell’area mercatale risultano molto degradate.
Le prese d’acqua sono insufficienti, per non parlare del sistema fognario e degli impianti elettrici. In questa situazione disarmante va anche annoverata la condizione igienico-sanitaria del sito che è particolarmente allarmante e mai affrontata adeguatamente dal Comune di Napoli. Asia compresa. Cosa ne pensano di questa triste realtà le migliaia e migliaia di napoletani che affollano ogni giorno questo mercato della Canzanella?
E gli operatori commerciali costretti ad operare in una sorta di “Suk arabo” ove la confusione, il degrado e la promiscuità delle attività di vendita si sovrappongono senza distinzione alcuna dei diversi settori merceologici e, soprattutto, tra il disinteresse assoluto degli uffici comunali preposti? Molti operatori lamentano, e non da oggi, questa condizione da terzo mondo in cui versa il mercato (relativamente nuovo se vogliamo).
Ma soprattutto non riescono a comprendere come non venga predisposto nessun adeguamento strutturale dell’area mercatale che degrada giorno dopo giorno. I commercianti non si capacitano sul come l’Amministrazione comunale non utilizzi gli introiti percepiti mese per mese dagli operatori del mercato stesso che ammontano mediamente a 150 euro per singolo titolare di box (circa 500 euro annue per ciascun assegnatario di box vendita).
Sarà anche poco, ma sono soldi che versano dal 2007 e potrebbero anche essere impiegati per queste finalità di “sopravvivenza”. Dal lato del Comune di Napoli, a parte qualche nota di autodifesa diffusa dalla Municipalità, che lascia il tempo che trova, si registra una preoccupante notizia riflettente la solita contrapposizione con la Regione Campania, proprietaria del suolo della Canzanella.
Infatti, la convenzione tra comune e regione di utilizzo dell’area è scaduta e non sembra esserci nessuna voglia di preoccuparsi di rinnovarla. In prossimità delle prossime elezioni regionali di autunno, poi, chi vuoi che prema su Santa Lucia? E chi vuoi che ascolti nel palazzo regionale alle prese con ben più complicati esercizi di sopravvivenza politica? E il mercato continua a “viaggiare” verso l’eutanasia annunciata.
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