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L'opinione
23 Agosto 2025 - 14:38
Il gruppo “Mia moglie” di Facebook, chiuso a metà agosto, è nato circa sei anni fa e ha realizzato circa ben 32mila iscritti. Di esso cosa colpisce di più? Il fatto che a mettere in mostra i corpi delle donne fossero i loro stessi mariti, talvolta i padri, qualche volta perfino i nonni e non sono mancati gli amici?
No, questo orrido aspetto non è nuovo nella storia millenaria della mercificazione del corpo delle donne; non sono una novità, infatti, i casi di scambi di “favori” ai danni delle proprie compagne di vita. Ciò su cui conviene interrogarsi, quindi, strano a dirsi, non è la familiarità della donna esibita quanto il momento storico in cui ciò ancora avviene con tanta facilità di diffusione.
Urge chiederci: è mai possibile che in un’epoca in cui le donne, pur combattendo contro tanti persistenti pregiudizi, si vestono come vogliono e si concedono, come fanno da sempre gli uomini, qualche relazione occasionale, debbano, però, essere ancora oggetto di conversazioni pruriginose tra maschi?
Insomma è ancora così attraente per gli uomini del ventunesimo secolo scambiarsi tra loro battutacce del tipo: “Che gran pezzo di …”, “Non sai che cosa le farei!”? Frasacce del genere le ritenevamo confinate agli anni anteguerra quando vedere il ginocchio scoperto di una donna era cosa fuori dal comune e poteva far andare a mille la fantasia del maschio voglioso.
Dalla diffusione della minigonna al topless su molte spiagge e all’ombelico scoperto perfino dalle studentesse a scuola il corpo femminile non è più un tabù tanto più che la pubblicità ci inonda ininterrottamente di curve femminee anche per vendere detersivi o formaggini.
Proprio per questo, nell’ampia libertà di immagini che ci circonda sconvolge la scoperta della pagina Facebook dedicata allo scambio di foto delle donne di casa. Viene naturale chiedersi, allora, cos’è che scatena questo impulso incontenibile dell’uomo del terzo decennio del terzo millennio di scambiarsi ancora immagini “rubate” nelle mura domestiche, divertirsi a leggere le reazioni altrui e commentarle come si faceva, e ancora si fa, seduti intorno ad un tavolino al bar davanti ad una birra?
Non c’è dubbio che tenga, è la cultura misogina ancora tanto radicata da resistere, al di là di ogni immaginazione, alla modernizzazione dei costumi. Ed, evidentemente, sono, proprio, le diffuse, per quanto ancora inadeguate, libertà conquistate dalle donne a far riemergere la cultura di possesso e sopraffazione che ignora il consenso delle donne.
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