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02 Settembre 2025 - 11:43
Il portolano della programmazione televisiva, anche quest’estate, ha seguito rotte scontate. Ampio spazio ai fondi di magazzino, le Teche Rai opportunamente saccheggiate senza particolari criteri, il bianco e nero riproposto in tutte le salse pur di recuperare qualche volto conosciuto. È una stagione ideale per sperimentare. L’estate, infatti, resta un periodo libero da ogni condizionamento, fuori dal cosiddetto periodo di garanzia, senza l’assillo della pressione della raccolta pubblicitaria. È il momento ideale per proporre nuovi programmi, nuovi conduttori, nuove idee. Invece, niente. La Rai, da giugno ad agosto, abbandona milioni di utenti all’album dei ricordi, ad una crisi di ascolti segnata ancora dalla presenza di Mina, Corrado, il Festivalbar e Raffaella Carrà.
Con il corredo, quest’anno, di Pippo Baudo che, con la sua scomparsa, ha stimolato qualche intervista in più. Insomma, al di là della oggettiva decadenza di questi ultimi anni, appare chiaro che il Novecento sembra aver prodotto giganti e che, in molti settori dello spettacolo, i sostituti non si sono mostrati all’ altezza, arrancando dietro intuizioni ed idee che ne hanno fatto semplici comprimari. Non è un caso se i nostri canali televisivi, in qualsiasi stagione, sono occupati ancora da Gianni Morandi, Al Bano, Loredana Bertè, Iva Zanicchi, così come godono un largo seguito i film di Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio De Sica e Paolo Villaggio.
Una realtà culturale e sociale che, oggettivamente, non ha saputo evolversi anche perché le aziende pubbliche che dovevano operare questa evoluzione si sono accovacciate sui propri egoismi, sui propri opportunismi, sui propri veti incrociati, disattendendo troppo spesso il ruolo per il quale erano state chiamate in causa. In sintesi, una comunità di voci come la Rai deve recuperare, ormai, lo spazio dell’ innovazione, la grammatica dei saperi, dei linguaggi, dell’immaginazione radiotelevisiva. Partecipare alla battaglia delle idee, in questo contesto, appare, ormai, una traiettoria irreversibile.
*già componente della Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai
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