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L'opinione
12 Settembre 2025 - 09:00
I dati sulle addizionali regionali Irpef relativi al 2024 sono indicativi di notevoli disparità tra le regioni. I costi maggiori ricadono sui contribuenti del Lazio e della Campania. Un lavoratore dipendente con un reddito di 35 mila euro ha versato l’anno scorso nel Lazio 926 euro, in Campania 868 euro. In regioni in cui l'importo richiesto è molto più leggero, come Veneto e Basilicata, non si è andati al di là di 431 euro: meno della metà! Nella grande maggioranza delle altre regioni l’onere tributario ha oscillato tra i 500 e i 700 euro.
Insomma, con le addizionali Irpef, si assiste a quello che potremmo definire il ‘fisco differenziato’. In attesa di capire come andrà a finire la telenovela dell'autonomia, le normative fiscali risultano già articolate tra territorio e territorio. Il paradosso è che l’attuale sistema discrimina aree caratterizzate dapil e reddito pro capite largamente inferiori alle medie nazionali.
A provocare l’inasprimento delle aliquote sono soprattutto i costi della sanità. Un fardello dietro il quale si nascondono insipienze e sprechi di gestione del passato, scelte di politica economica e sociale discriminatorie per il Sud, scarsa capacità di politici e amministratori locali di far valere gli interessi del Meridione.
È comunque un fatto che, da troppo tempo, il sistema delle addizionali gravieccessivamente su aree in ritardo. E, alla luce di miglioramenti graduali ma apprezzabili, riscontrati in diverse regioni del Sud, fa specie che il peso di errori compiuti decenni fa possa incidere così negativamente su milioni di cittadini incolpevoli, in una direzione che stride con le politiche generali finalizzate a una maggiore coesione territoriale.
Siamo alla vigilia di importanti scadenze elettorali. Sarebbe auspicabile, dunque, che nei programmi dei candidati alla presidenza delle Regioni vi fossero proposte e impegni concreti per ridurre o, meglio, azzerare, le attuali disparità fiscali. Soprattutto nel Sud, dove l'aggravio degli oneri è gioco forza più sentito.
Un tema del genere, ovviamente, è di caratura nazionale, l’eventuale parificazione delle aliquote delle addizionali Irpef dovrebbe essere l’esito di una larga convergenza di vedute, non solo tra le forze politiche ma tra gli esponenti delle diverse macroaree italiane. Ma se gli aspiranti Governatori degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra del Sud facessero la prima mossa, si darebbe un forte e autorevole contributo alla risoluzione di un problema altrimenti irresolubile per chissà quanti altri anni.
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