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La riflessione
15 Settembre 2025 - 09:29
Qualche giorno fa - precisamente il 10 settembre all'imbrunire - mia sorella mi ha inviato un messaggio di whatsapp che sulle prime ho trovato inutilmente allarmante. Anzi, a dire il vero, l'ho recluso tra le suggestioni ingiustificate dei tempi moderni, così proni ai passa parola spesso ridondanti del web.
La sua preoccupata comunicazione diceva testualmente: "Se scoppia la guerra in Europa, viste le novità di oggi, dove scappiamo?". Avevo letto qua e là dei droni russi nello spazio aereo polacco, non dandomene però particolare pena, attribuendo il tutto a un atto fortuito, e come tale destinato a finire nel novero delle innumerevoli manifestazioni internazionali della leggerezza - per non parlare dell'imperizia o della stupidità - più che di quelle della bellicosità.
In realtà a rileggere con attenzione l'informativa diffusa dagli organi di stampa la cosa appariva ben diversa. I droni invasori sarebbero stati almeno una ventina, sarebbero stati di fabbricazione cinese - e perciò più economici del normale - e, proprio per le loro caratteristiche tecniche (la lentezza e il volo radente), sarebbe stato di fatto impossibile che si fossero mossi accidentalmente.
La risposta della Polonia sarebbe stata tutt'altro che insignificante e si sarebbe concretizzata con l'immediato volo di caccia F-16 polacchi e mezzi Nato. Secondo l’ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, generale Tricarico, "a decollare con gli F-16 polacchi sarebbero stati, in particolare, gli F-35 olandesi, un Awacs italiano, mentre i Tanker Transport militari e i Patriot tedeschi avrebbero cooperato per l'abbattimento di alcuni dei suddetti droni (almeno tre) russi.
Un aereo polacco Saab 340 AEW&C (Airborne Early Warning and Control) sarebbe rimasto in volo per nove ore". Lo stesso premier polacco, Donald Tusk aveva confermato che "due F-35, due F-16 ed elicotteri Mi-24, Mi-17 e Black Hawk sono stati inviati nell'area". Altrettanto certo è che "gli F-35 appartenevano alla Royal Netherlands Air and Space Force, mentre gli F-16 erano tutti all'Aeronautica Militare polacca".
È notizia di oggi che la Polonia sta anche schierando circa 40mila soldati ai suoi confini orientali con Russia e Bielorussia, ufficialmente in risposta alle "periodiche esercitazioni congiunte russo-bielorusse, denominate Zapad 2025, che inizieranno proprio in questi giorni, coinvolgendo decine di migliaia di uomini".
"La Polonia si sta preparando alle manovre Zapad 2025 da molti mesi" - ha affermato Cezary Tomczyk, viceministro della Difesa - "l'esercito polacco ha condotto esercitazioni a cui hanno preso parte oltre 30.000 soldati polacchi, oltre a soldati dell'alleanza Nato, per rispondere adeguatamente".
"Ricordiamo che Zapad 2025 è un'esercitazione offensiva", ha aggiunto Tomczyk. Insomma, venti di guerra sembrano soffiare con sempre maggiore insistenza sul terreno della vecchia Europa, mentre il sottoscritto con ingiustificata noncuranza valutava come inopportune le preoccupazioni di sua sorella.
Peccato (o per fortuna) che il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella fosse a tal punto d'accordo con lei da affermare, durante una sua visita ufficiale in Slovenia, che “ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro di violenza incontrollato”.
A sostegno della sua affermazione ha ricordato "l'estate dell’irresponsabilità”, quella del luglio 1914, alla vigilia della Prima guerra mondiale, “in cui nessuno voleva forse la guerra ma alla guerra mondiale si arrivò”.
Se può valere qualcosa - e solo a parziale penitenza per la mia inappellabile colpa - plaudo all'iniziativa del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che ha chiesto alle scuole beneventane di sostenere le parole del nostro Presidente osservando "un minuto di silenzio per la pace" nel loro primo giorno di scuola, che cade proprio oggi. Un po' di felice silenzio in tanto stolto fragore di guerra ci voleva proprio.
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