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IL NOSTRO POSTO

A sinistra parlano solo di reddito di cittadinanza

Questa volta hanno deciso di chiamarlo “reddito di dignità”, ma la sostanza non cambia

Conte: «È il momento di Fico, grazie alle forze politiche in cammino con noi»

Da sinistra: Giuseppe Conte e Roberto Fico

È più che mai evidente che la sinistra ha un grosso problema quando è chiamata a misurarsi con temi delicatissimi e vitali come quelli del lavoro e dei livelli di occupazione. È come se la sola idea di proferire queste semplici parole provocasse, soprattutto nei 5S, una sorta di “allergia”.

Lo abbiamo visto e sentito anche qualche giorno fa, quando, insieme al Pd, presentando il candidato del “patto del PappaFico”, hanno immediatamente lanciato la proposta di un “nuovo” reddito per i campani. Questa volta hanno deciso di chiamarlo “reddito di dignità”, ma la sostanza non cambia.

Va detto subito che questa “manovra”, oltre a rappresentare il solo modo a disposizione di questi signori per provare a intercettare consensi, ossia un chiaro esempio di “passepartout elettorale”, è, nei fatti, irrealizzabile. Prima di tutto perché una misura per il sostegno e l’inclusione delle fasce più deboli e svantaggiate della popolazione esiste già - è l’Assegno di inclusione - ed è entrato in vigore in tutt’Italia (e quindi anche in Campania!) dal primo gennaio 2024.

Non si tratta solo di un supporto economico voluto fortemente dal Governo di centrodestra, ma richiede anche la partecipazione, da parte dei destinatari, a percorsi personalizzati di inserimento sociale e lavorativo e sta già dando ottimi risultati proprio sul versante dell’occupazione.

Ma, tornando al “reddito di dignità”, è necessario sfatare un’altra falsità: hanno detto che, per finanziarlo, utilizzeranno i fondi europei. A sinistra, però, non sanno, o fanno finta di non sapere, che i fondi comunitari si possono usare esclusivamente per misure temporanee che siano finalizzate all’inclusione e al lavoro, non certo per distribuire soldi a pioggia e in maniera puramente assistenzialistica, nel nome di una imprecisata e propagandistica lotta alla povertà.

E, quindi, i soldi da dove avrebbero intenzione di prenderli? Dalle tasche dei contribuenti, vessati nella nostra regione da un carico fiscale già di per sé insostenibile. E poi per cosa? Per riproporre a livello regionale un modello fallimentare che, dal 2019 al 2023, è costato agli italiani la bellezza di oltre 34 miliardi di euro e che alla fine si è rivelato totalmente inefficace: non solo la miseria non è stata abolita, ma non si è riusciti nemmeno a raggiungere la maggioranza delle famiglie in povertà assoluta.

Lo accerta l’Istat: il 50% dei beneficiari non era povero. In Campania è capitato di peggio. Il reddito di cittadinanza è stato distribuito, a causa della mancanza del minimo controllo, perfino a malavitosi o a parenti di ricchi e potenti boss della camorra. Soldi praticamente bruciati e in moltissimi casi negati alle famiglie veramente in difficoltà. Senza contare un altro aspetto, proprio quello che ha a che fare con l’occupazione.

A livello nazionale solo una ridottissima parte dei percettori è stata presa in carico dai centri per l’impiego. Il quadro peggiora in Campania (la regione con la maggiore concentrazione di destinatari di rdc in assoluto), dove abbiamo assistito anche alla guerra senza quartiere che De Luca - oggi pezzo fondamentale della coalizione Pd e M5S, quella del “cambiamento nella continuità”(!) - ha dichiarato, combattuto e vinto contro i navigator, le figure responsabili proprio di seguire chi andava avviato e riavviato al lavoro.

Voglio inoltre ricordare che nel 2023 - l’ultimo anno del reddito di cittadinanza - in Campania il tasso di occupazione delle persone tra i 20 e i 64 anni ha raggiunto appena il 48,4 per cento, attestandosi a 17,9 punti percentuali in meno della media nazionale e a 3,8 punti in meno di quella del Mezzogiorno.

Con questi drammatici presupposti, con la cinica ipocrisia che da sempre la caratterizza, la sinistra vorrebbe tornare a vendere fumo ai cittadini, attirandoli con una proposta inattuabile e che, lasciatemelo dire, offende proprio quel principio sfruttato e sbandierato, in maniera così fasulla e demagogica, da Schlein, Conte, Fico, De Luca e compagni vari: la dignità.

E, nel caso specifico, offende la dignità del popolo campano, composto nella stragrande maggioranza, da cittadini perbene che dell’assistenzialismo non sanno cosa farsene e che, da 10 anni sono stati abbandonati a loro stessi, anche sul fronte dell’occupazione, dalla peggiore amministrazione regionale che la storia ricordi.

Insomma, per la sinistra è più facile promettere “mancette” e sussidi che impegnarsi per creare le condizioni per il lavoro, vero, duraturo e stabile in Campania. Ma, in fondo, i “compagni” sono da comprendere: a loro mancano le competenze, le professionalità e la conoscenza della materia.

Al massimo possono raccontarvi di lavoro nero… come dimostra assai bene il caso portato alla luce qualche anno fa dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. Si scoprì che la donna che lavorava come colf in casa della fidanzata di Roberto Fico, abitazione in cui l’allora presidente della Camera soggiornava abitualmente quando tornava a Napoli nel fine settimana, veniva retribuita irregolarmente, senza versare i contributi e senza pagare le tasse.

Dopo una rocambolesca fuga a bordo di un’auto blu (mica in autobus) per dribblare le domande, Fico fu finalmente intercettato e provò a respingere le “imbarazzanti” accuse. Non solo, sentitosi diffamato dalla vicenda, il paladino dell’onestà (a parole), sporse querela.

Qualche mese dopo, però, i giudici gli diedero torto: la trasmissione aveva riportato la pura e semplice verità… Sarà pure per questo, forse, che Fico è restio a parlare di lavoro e si limita a lanciare un nuovo reddito? Chissà. Comunque sia, non possiamo permettere che la Campania continui ad essere presa in giro, svenduta e mortificata da chi è interessato soltanto alla poltrona e a perpetrare il sistema del cacicco.

Soprattutto in questo momento, in cui la nostra regione, grazie al Governo nazionale, su spinta fondamentale della Lega, sta risalendo la china e insieme al Mezzogiorno rappresenta il motore economico del Paese. Secondo i dati diffusi dall’Istat, gli occupati nel secondo trimestre del 2025 fanno registrare +226mila unità in un anno. La crescita si concentra proprio al Sud, con 96mila persone al lavoro in più.

Per la prima volta dal 2004 il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni, ha sfondato la soglia del 50% , toccando il 50,1. È questa la strada che percorreremo anche noi per rilanciare l’occupazione nel Nostro Posto, lo faremo attuando un grande Piano regionale per il lavoro e la formazione, realizzando un insieme di misure e interventi che mettano a frutto suggerimenti, proposte e esigenze provenienti da tutti gli attori del sistema produttivo - parti sociali, imprese, mondo delle professioni e dell’università, scuole e terzo settore - e diano un senso alle ingenti risorse europee e del Governo nazionale disponibili. È così che restituiremo dignità - quella vera e la sola che conosciamo - alla Campania.

*Capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania

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