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L'opinione
23 Settembre 2025 - 11:06
L'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia
Un’omelia che si fa grido, una preghiera che si trasforma in denuncia. Il cardinale don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha pronunciato parole che restano scolpite come un monito non soltanto per i fedeli, ma per l’intera comunità internazionale.
Davanti all’ampolla che custodisce il sangue di San Gennaro, simbolo identitario e spirituale della città, il cardinale ha immaginato di poter raccogliere in un’ampolla ideale «il sangue di ogni vittima, bambini, donne, uomini di ogni popolo», perché la preghiera non sia mai evasione o rito svuotato, ma assunzione di responsabilità.
«È il sangue di ogni bambino di Gaza – ha detto Battaglia – che metterei accanto a quello del santo, perché non esistono altre lacrime: tutta la terra è un unico altare». Un’immagine potentissima, che richiama la fraternità universale e la condivisione del dolore oltre ogni confine.
Il cardinale ha poi rivolto un appello diretto a Israele, senza toni di inimicizia ma con la fermezza di chi richiama al rispetto della dignità umana: «Israele, non ti parlo da avversario. Ascoltami. Cessa di versare sangue palestinese. Cessino le rappresaglie e l’invasione. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza».
Parole dure e accorate che si collocano nel solco di una tradizione della Chiesa napoletana capace di coniugare fede, testimonianza e impegno civile. In un momento storico segnato da conflitti e tensioni globali, la voce di Battaglia ricorda che la pace non può essere costruita sull’oppressione, ma soltanto sulla giustizia e sulla riconciliazione.
Il richiamo alla sofferenza dei più piccoli, innalzato nel cuore di Napoli, si fa così eco universale: «Nessun rito ci assolve dalla responsabilità – ha detto ancora – perché la preghiera deve sentire il peso di ogni ferita e non scivolare via». Un messaggio che scuote, interpella e chiama tutti, credenti e non, a guardare la realtà con occhi diversi: perché davvero, come ha sottolineato il cardinale, la terra intera è un unico altare.
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